La crescente attenzione dei mass media in materia di Sicurezza dei Luoghi di Lavoro è sotto gli occhi di tutti; ma soprattutto il numero impressionante degli infortuni, spesso altamente invalidanti, o addirittura mortali, rappresentano un vero e proprio bollettino di “guerra”. Lo Stato Italiano sanzionato dall’Unione Europea, in quanto in ritardo nell’adeguamento dei percorsi formativi per i soggetti coinvolti nei processi di riduzione del rischio nei luoghi di lavoro, ha emanato il D.Lgs. 195/2003, che ha trovato la sua attuazione compiuta con la pubblicazione sulla G.U. del 14/02/2006 dell’Accordo Conferenza Stato-Regioni sui requisiti dei corsi di formazione. L’adozione dei nuovi strumenti normativi ha introdotto un significativo cambiamento rispetto a quanto previsto dal D.Lgs. 626/1994; infatti, per la prima volta, si richiede una qualifica professionale per le persone interne o esterne a una organizzazione, che il datore di lavoro nomini o abbia nominato come Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP) o come Addetto al Servizio di Prevenzione e Protezione (ASPP), che rappresentano i nuovi profili formativi degli addetti alla Sicurezza dei Luoghi di lavoro. I suddetti provvedimenti, pur rivestendo un carattere generale, si riferiscono in modo compiuto al Settore Sanitario. L’articolazione delle nuove proposte formative riguardano le figure dei Responsabili del Servizio Prevenzione e Protezione (RSPP), nonché gli addetti al Servizio Prevenzione e Protezione (ASPP). In particolare, sia RSPP che ASPP devono essere in possesso di un attestato di frequenza, con verifica dell’apprendimento, a specifici corsi di formazione adeguati alla natura dei rischi presenti sul luogo di lavoro e relativi alle attività lavorative. Essi si articolano in 3 moduli, di cui il “modulo A” di base, il “modulo B” macrosettoriale specialistico, ovvero programmi dedicati in funzione del Macrosettore di attività , in funzione della classificazione ATECO ( sanità B7), con variazione di contenuti e durata; il “modulo C”, rivolto esclusivamente ai RSPP, per la prima volta obbliga alla formazione in materia di ergonomia, comunicazione e relazione interpersonale, nonché didattica e percorsi formativi. L’applicazione di modelli matematico-finanziari molto evoluti, vedi “Twinster”, i quali consentono l’indicizzazione delle performances finanziarie dell’impresa in relazione alla riduzione dei fattori di rischio per la salute e sicurezza dei lavoratori, sono un fortissimo supporto per la determinazione del risk managment di un’impresa. L’auspicio di quanti di noi operano professionalmente nel settore della Sicurezza del Lavoro, è che finalmente un corretto approccio con i processi formativi rappresenti il momento in cui si verifichi una inversione di tendenza, ma soprattutto che, attraverso questo percorso cambi l’approccio dell’impresa con la gestione della sicurezza del lavoro da passivo, ovvero da momento di “salasso finanziario” per le onerose ed “inutili” consulenze, ad un momento di riflessione e maturazione del concetto che la sicurezza dei luoghi di lavoro sia correttamente e compitamente gestita, con la consapevolezza che essa produce valorizzazione finanziaria per l’impresa.
A. Cecere
Chimico – Consulente e Formatore Sicurezza Lavoro