Tra le molteplici metodologie di valutazione e gestione del rischio, maggiormente in uso nell’industria,la più accreditata è senz’altro la FMEA (failure modes & effect analysis), esso rappresenta un sistema di individuazione dei rischi e si differenzia dagli altri metodi (albero dei guasti etc..) soprattutto per il suo carattere di pro-attività .
Il suddetto metodo è uno strumento che deriva dagli studi di affidabilità meccanica, ed è stato ampiamente utilizzato in ambito industriale per valutare l’affidabilità di strumenti e processi produttivi. Recentemente è stato introdotto nello studio dell’errore umano e da qui anche in ambito sanitario, tanto più che si colloca perfettamente nel quadro concettuale dell’errore sistemico.
FMEA, rappresenta una metodologia relativamente semplice, in quanto si basa fondamentalmente sull’esperienza del “tecnologo”, il clinico in ambito sanitario, e su tutte le informazioni disponibili relative a processi o a situazioni simili, compresi eventi avversi o near-miss registrati.
Le tappe dell’analisi prevedono innanzitutto l’identificazione chiara dell’elemento da osservare. Generalmente è troppo complesso analizzare un intero processo assistenziale; ci si può quindi limitare alle fasi più critiche. Tali fasi dovranno essere descritte graficamente nella loro sequenza temporale.
Per ciascuna fase saranno identificati i “modi di guasto” in termini industriali o i “modi di errore” (che cosa potrebbe andare storto in questa fase?). Possono essere identificati uno o più “modi di errore”, e per tutti bisognerà valutare i possibili effetti in termini di severità e probabilità .
Sugli errori valutati come prioritari sarà possibile intervenire con azioni correttive.
Un’evoluzione della metodologia (FMECA — Failure Modes, Effects and Causes Analysis) porta ad entrare maggiormente nel dettaglio giungendo ad identificare le cause degli errori individuati.
Le teorie dell’errore umano più accreditate a livello internazionale indicano che per comprendere le cause degli incidenti in ambito sanitario è necessario indagare i così detti “fattori latenti”, cioè le condizioni organizzative che hanno favorito anziché impedire il verificarsi dell’errore.
Quindi nel settore sanitario, più che mai, l’analisi e la valutazione dei rischi consente di mantenere un elevato livello di allerta sul sistema e di organizzare i servizi in modo da tutelare il paziente durante tutte le fasi dei percorsi nelle strutture sanitarie.
Nella letteratura economica, il sistema di gestione dei rischi di un azienda è definito: risk management.
In considerazione della particolare attività svolta nelle Aziende Sanitarie il sistema di gestione dei rischi deve essere affrontato da due visuali distinte benché fortemente integrate:
1. il risk management aziendale
2. il clinical risk management
L’insieme delle due attività è definibile: risk management sanitario; ovvero l’introduzione di un modello di gestione del rischio, consente di passare da un sistema che gestisce gli eventi avversi ad un sistema che gestisce direttamente e preventivamente il rischio; quindi passare da un approccio reattivo ad uno proattivo.
In particolare il processo di Clinical Risk Management pone il paziente al centro dell’attenzione dell’intero sistema programmando, come fine primario, il mantenimento ed il miglioramento della salute nel suo contesto globale.
A. Cecere