La popolazione mondiale sta invecchiando, ed il vivere a lungo deve farei conti col vivere bene. Purtroppo, l’avanzare dell’età si accompagna, spesso, a malattie croniche come il diabete, l’ipertensione, la dislipidemia, che hanno un riverbero negativo sulla salute sessuale dell’individuo. Mentre l’avanzare dell’età nella donna è connotata da un “rito di passaggio” oggettivo e definito come la menopausa, che configura la fine dell’età procreativa, nel maschio l’avanzare dell’età non determina la cessazione della funzione gonadica, bensì, un deterioramento lento e progressivo. Sono state, pertanto, proposte svariate definizioni: climaterio maschile, andropausa, PADAMÂ (deficit androginico parziale del maschio che invecchia) LOH (Late Onset Hypogonadism), che definisce un ipogonadismo ad insorgenza tardiva età -correlato) . Il LOH definisce una sindrome clinica caratterizzata da un ridotto tasso plasmatico di testosterone, a prevalenza crescente dalla VI decade di vita, caratterizzata da una ridotta funzione steroidogenetica delle cellule del Leydig. Da un’alterazione dell’asse ipotalamo- ipofisi — testicolo, con diminuita produzione di testosterone da parte dei testicoli e da un incremento dei livelli circolanti di SHBG. Â La diagnosi di LOH, si basa su caratteristiche cliniche aspecifiche, ma tipiche, che rispecchiano diverse azioni biologiche del testosterone nell’organismo e trovano conferma nelle misurazioni ormonali (riduzione della libido, facile stanchezza, repentini cambiamenti d’umore, riduzione della massa muscolare e ossea, aumento del grasso viscerale, disfunzione erettile). La sindrome del LOH si associa, frequentemente, al Diabete Mellito di tipo 2 e molti studi confermano che il livello di testosterone, sia totale che libero, risultano essere inversamente proporzionali al valore ematochimico della glicemia a digiuno. Sono stati proposti diversi meccanismi per spiegare tale relazione. La malattia diabetica di tipo 2 è caratterizzata da un difetto di azione insulinico, obesità , prevalentemente viscerale e dislipidemia. L’aumento del grasso viscerale determinerebbe un’iperfunzione dell’attività aromatasica con una conversione maggiore di testosterone in estrogeni. Nei pazienti con eccesso di tessuto adiposo si determina un’aumentata produzione di leptina, un’adipochina prodotta dagli adipociti, che inducendo una riduzione di ampiezza delle oscillazioni dell’LH, eserciterebbe una influenza inibitoria sulle cellule del Leydig con conseguente deficit di testosterone. La riduzione del testosterone potrebbe favorire l’insorgenza della sindrome metabolica e del Diabete Mellito di tipo II mediante una riduzione della massa magra, metabolicamente attiva, con aumento dell’obesità viscerale e degli acidi grassi non esterificati. L’ipotestosteronemia, inoltre, aumenterebbe l’attività lipoproteinlipasica, Â con aumento della captazione e sintesi dei trigliceridi, aumento del grasso viscerale e, quindi, insulinoresistenza. L’instaurarsi di un ipogonadismo, tendenzialmente ipogonadotropo, favorirebbe la massa grassa a sfavore di quella magra, con alterazione funzionale delle cellule B pancreatiche ed accumulo adipocitario che, quando a livello viscerale, contribuirebbe a sostenere il circolo vizioso. Per quanto sopradetto, la prevalenza del LOH nel paziente diabetico risulta essere maggiore (>35%), rispetto al resto della popolazione (20-25%), tanto da doverla considerare una delle complicanze croniche del diabete come la nefropatia e la retinopatia. La terapia, prima ancora che farmacologica dovrebbe essere di prevenzione, ovvero di riduzione di tutti quei fattori di rischio che possono indurre eo sostenere una patologia cardiovascolare o plurimetabolica. L’approccio al paziente diabetico ipogonadico non può che essere multidisciplinare, a causa dell’inferenza di diverse patologie sul sintomo prettamente andrologico, motivo che, spesso, induce il paziente in consultazione. L’urologo e il diabetologo mantengono il ruolo chiave nella gestione del paziente diabetico con LOH, avendo il compito di effettuare una diagnosi ed impostare la terapia più idonea, valutando l’efficacia e la sicurezza del trattamento.
C. Franzese
Specialista per la disciplina Uro-andrologica presso i distretti sanitari dell’ASL NA 4 e dell’ASL NA 5