Le nuove linee guida firmate recentemente dal Ministro della Sanita’ Livia Turco rappresentano senza ombra di dubbio un passo avanti rispetto alla legge 40 che costringe molte coppie italiane a difficili viaggi della “speranza” all’estero. Rispetto alla legge precedente queste nuove linee guida eliminano i commi che limitavano la possibilita’ di indagine alla semplice osservazione; ora invece la diagnosi potra’ essere effettuata sull’embrione ancora da impiantare. Un altro aspetto importante riguarda il fatto che viene dato il via libera alla fecondazione assistita nel caso in cui il futuro padre sia portatore di malattie virali sessualmente trasmissibili quali l’HIV, l’epatite B o C. Altrimenti infatti questi uomini nel tentativo di fare un figlio naturalmente contagerebbero la donna o il bambino. Un altro aspetto positivo e’ che ogni centro per la fecondazione assistita assicurera’, d’ora in poi, la presenza di un appropriato sostegno psicologico alla coppia predisponendo la possibilita’ della consulenza da parte di uno psicologo adeguatamente formato nel settore. Permane pero’ il grande limite del numero degli ovociti da impiantare limitato a tre. Infatti questo rimane un numero troppo basso che riduce le possibilita’ concrete che si raggiunga il traguardo di una gravidanza ed inoltre fa si che la diagnosi pre-impianto per molte malattie sia inutile, onerosa per le pazienti sottoposte a cicli continui e statisticamente non rilevante per individuare le malattie e avere almeno un embrione sano. Non va pero’ sottovalutata l’opinione degli organismi cattolici impegnati sul fronte della bioetica che insistono sull’affermazione che ammettere la diagnosi pre-impianto significa selezionare gli embrioni ed eliminare, immoralmente, quelli malati andando verso la cosidetta deriva eugenetica. Secondo i cattolici il ministro Turco avrebbe disatteso la volonta’ popolare emersa dal referendum che aveva confermato la legge 40.Secondo i laici, invece, siamo ancora a meta’ del guado perche’ le coppie continueranno ad andare prevalentemente all’estero dove, non solo si fa la diagnosi pre-impianto, ma non c’e’ limite al numero di ovociti e si possono congelare gli embrioni.
Alessandro Bovicelli
Ricercatore in Ginecologia e Ostetricia all’Universita’ di Bologna