Una delle conseguenze più frequenti delle cure chemioterapiche e radioterapiche a cui si sottopongono i malati tumorali è la perdita della fertilità . Quando la malattia insorge in età precoce, cioè quando il paziente non ha ancora realizzato il suo desiderio di maternità o paternità , l’impossibilità di avere dei figli biologici può rappresentare una enorme privazione e frustrazione.
E’ delle ultime ore la notizia che viene dagli Stati Uniti che vede protagonista un uomo di 39 anni, che la leucemia e le cure affrontate per superarla hanno reso sterile. Da adolescente infatti si e’ sottoposto a cicli di chemio e radioterapia. A 17 anni pero’ ha consegnato il suo sperma alla banca della fertilita’ per congelarlo.
Lo scorso 25 Febbraio e’ diventato papa’ di una bambina, Stella, dando piena prova che ci puo’ essere vita dopo il cancro.
Il campione di sperma congelato fu consegnato allo Xytex International Ltd di Atlanta, il 25 Aprile del 1986. Esattamente 22 anni piu’ tardi, il 12 Giugno 2008 lo sperma e’ stato scongelato e reso disponibile dalla Reproductive Endocrinology Associates che e’ una clinica per la fertilita’ di Charlotte nella Carolina del Nord. E’ poi avvenuta la fecondazione di un ovulo della moglie, una donna di 33 anni.
La crioconservazione si basa infatti su tre momenti fondamentali: 1) gli Xytex International Ltd di Atlanta prelevati vengono scelti in base alla loro “ vitalita”, 2) Il seme viene inserito in provetta e conservato in azoto liquido a 196 gradi sotto zero, 3) In seguito riportati con gradualita’ alla temperatura fisiologica, gli spermatozoi vengono utilizzati per fecondare in vitro l’ovulo femminile.
Seppure il seme maschile sia rimasto congelato per 22 anni battendo il precedente record di 21 anni secondo gli esperti non e’ aumentato il rischio di anomalie genetiche o futuri problemi di salute per Stella.
C’è da sottolineare che nel frattempo la scienza ha fatto passi da gigante. Infatti quando lo sperma del ragazzo e’ stato criocongelato non esisteva nemmeno la tecnica di fecondazione assistita che ha reso possible la nascita di Stella.
La ICSI, tecnica dell’iniezione di liquido seminale intracitoplasmatico permette infatti di selezionare una cellula di spermatozoo sana e inserirla in un ovocita in laboratorio. Tale tecnica venne provata con successo la prima volta in laboratorio nel 1992.
I coniugi americani hanno scelto di congelare 5 embrioni. Non è quindi da escludere che Stella in futuro possa avere fratelli o sorelle.
Questo caso può rappresentare una speranza per tanti malati, che anche dopo essersi sottoposti alle cure antitumorali, possono realizzare il desiderio di avere dei figli come tutti gli altri.
Alessandro Bovicelli
Ricercatore Universita’ di Bologna