“Siamo nell’epoca di internet”,si è soliti affermare. Che il desiderio di mettersi in contatto con i simili sia una caratteristica dell’essere umano è innegabile, e che oggi la comunicazione sia sempre più un “mettere in comune”, un comuni-care, è ancor più vero. Il proliferare di social network e di blog ne è la conseguenza più visibile. Anche la pubblica amministrazione ha da tempo deciso di utilizzare il web per comunicare con i suoi clienti interni ed esterni ed anche il mondo della sanità , presto o tardi, dovrà fare il conto con questi nuovi strumenti a servizio del cittadino. Un cittadino sempre meno sprovveduto, capace di “navigare” e di cercarsi le informazioni di cui necessita. Informazioni non sempre controllate e controllabili. Il mutamento delle abitudini sociali deve contribuire a modificare anche il modo di fare sanità pubblica, non tanto nelle pratiche assistenziali,già valide di per sé, quanto nel potenziale delle informazioni rese e nella promozione di stili di vita virtuosi e non virtuali.
Si è osservato che gli internauti frequentatori di social network si scambiano con facilità consigli e stili di vita più di quanto non abbiano fatto “dal barbiere” o facciano nelle sale d’attesa degli studi medici. Il social network,infatti, placa l’ansia di sapere,offre sostegno psicologico “spicciolo” e contribuisce a creare il senso di appartenenza e condivisione di cui difetta la società contemporanea. Partendo da queste considerazioni, un’istituzione che abbia a cura i suoi clienti, non può non tener conto di questi bisogni e deliberatamente rinunciare ad utilizzare anche questo canale,magari rimodellando la propria comunicazione verso l’esterno secondo le nuove tendenze. In rete ci siamo in tanti,ci sono tutti. Ma come? Molte associazioni di categoria hanno abbandonato l’utilizzo tradizionale della rete che prevedeva il canale comunicativo unidirezionale e si sono avviate verso la comunic-azione bi-direzionale. Potrebbe essere un’idea anche per le strutture sanitarie pubbliche. La possibilità che operatori sanitari qualificati (e controllati) possano scendere in piazza (anche se virtuale) fornendo informazioni dirette, sgombrando il campo da quell’immensa mole di notizie incontrollate presenti sul web ,potrebbe essere la sfida comunicativa della nuova sanità . Un forum di iscritti basato sulla condivisione delle informazioni e su un forte spirito di aggregazione nonché di consapevolezza, sia tra pazienti che fra medico e pazienti e che tra i medici, potrebbe risultare utile per promuovere campagne di screening,di educazione sanitaria,di prevenzione,di vaccinazioni,di alimentazione corretta ecc. La creazione di una community vasta ,espansibile in modo esponenziale, e di facile accesso specialmente per le nuove generazioni, futuro (della salute) del paese potrebbe aprire un diverso modo di interfacciarsi anche per le Unità di pubbliche relazioni e Uffici stampa e potrebbe essere utilizzata dalla struttura sanitaria anche in ambito formativo non solo con i propri operatori ( per i quali si potrebbe prevedere ad esempio un forum di discussione/valutazione dedicato ai corsisti) ma anche verso i pazienti per aiutarli nell’autogestione delle singole problematiche (per esempio con delle FAQ predisposte o libere). Se non vogliamo restare esclusi da una fetta di comunic-azione,se vogliamo comuni-care fidelizzando il cliente, non possiamo non iniziare a pensare anche noi nel nostro “piccolo” a questa fetta di “ lavoro socialmente utile” come già accade in altre nazioni europee ed americane.
Dott.ssa Irene Caliendo