La patologia correlata all’infezione da SARS-CoV-2 denominata COVID-19 (Corona Virus Disease-19) in brevissimo tempo è diventata una emergenza sanitaria globale di tipo pandemico.
I pazienti con infezione da SARS-CoV-2 possono manifestare sintomi simil-influenzali come febbre, tosse, congestione nasale e affaticamento . La maggior parte dei pazienti (circa 80 %) presenta una patologia di grado lieve. Tuttavia, in circa il 10- 15 % dei pazienti compare un quadro più grave con dispnea e sintomi collegati ad un coinvolgimento polmonare progressivo. A livello di imaging del torace compaiono, in fase iniziale, opacità a vetro smerigliato ed essudati alveolari con coinvolgimento intralobulare. Questo danno acuto nel 5 % dei casi totali può ulteriormente progredire ed evolvere in forme di gravissima insufficienza respiratoria ed exitus.
Da un punto di vista fisiopatologico, l’insufficienza respiratoria acuta determinata dal virus è caratterizzata da un danno infiammatorio acuto e diffuso della barriera alveolo-capillare con un aumento della permeabilità vascolare, oltre a una riduzione del tessuto polmonare normoareato che compromettendo gli scambi gassosi determina grave ipossiemia e necessità di ricorrere nei casi più critici a ventilazione meccanica invasiva o a ExtraCorporeal Membrane Oxygenation (ECMO).
Dal punto di vista istopatologico, il quadro clinico corrisponde ad un danno alveolare diffuso (DAD), con alterazione permanente delle cellule endoteliali dei capillari e delle cellule epiteliali degli alveoli con fuoriuscita di liquido ricco di proteine nello spazio interstiziale e alveolare. Ciò causa la formazione di una membrana ialina e fenomeni di trombosi intracapillare con conseguente collasso alveolare e peggioramento dello stato di ossigenazione.
Le conoscenze sulla fisiopatologia di SARS-CoV-2 sono dovute a studi sperimentali con ceppi adattati e a studi clinici e retrospettivi su pazienti con questa infezione virale. Una serie di meccanismi fisiopatologici vengono attivati quando SARS-CoV-2 si lega all’Angiotensin Converting Enzyme 2 (ACE2) e successivamente ai Toll‐like receptors (TLR). Infatti, contemporaneamente alla replicazione virale l’attivazione dei TLR porta alla secrezione di citochine pro-infiammatorie come IL‐1, IL‐6, tumor necrosis factor‐α, ed altre. Tuttavia, per la continua replicazione del genoma virale, il sistema immunitario viene continuamente attivato, culminando in una risposta incontrollata (tempesta citochinica), dannosa per l’ospite.
Dopo questa prima fase “polmonare” e per questa iperattivazione immunologica la COVID-19 assume i caratteri di patologia sistemica con progressiva e concomitante insufficienza multiorgano. Purtroppo, nonostante gli studi e i progressi su SARS-CoV-2, i meccanismi fisiopatologici responsabili dello scatenamento dell’insufficienza respiratoria acuta in questa patologia non sono ancora del tutto compresi.
I reperti clinici, i segni e i sintomi di un paziente sono l’espressione fenotipica dei meccanismi fisiopatologici e molecolari dell’infezione da SARS-CoV-2. Nessun elemento fenotipico da solo è sufficiente per formulare una corretta diagnosi. Allo stato attuale ancora non sono stati chiariti molti dei meccanismi patogenetici della COVID-19.e molti dubbi ancora rimangono.
Un approccio futuro di ricerca multidisciplinare sarà sicuramente determinante per chiarire ulteriori aspetti di questa temibile patologia e valutare nuove prospettive di trattamento.
Prof. Roberto Parrella
Direttore UOC Malattie infettive ad indirizzo respiratorio
Ospedale Cotugno, Napoli