Lo studio CORONA ha evidenziato che la somministrazione cronica di ROSUVASTATINA ha ridotto il numero di ricoveri in ospedale, migliorando gli indici di funzione endoteliale e di infiammazione: in particolare tale azione è stata suggellata dall’uso di questo farmaco su pazienti affetti da insufficienza cardiaca su base ischemica.
Nello studio sono stati arruolati ben 5011 pazienti clinicamente stabili da almeno due settimane, di età superiore ai 60 anni, con insufficienza cardiaca cronica su base ischemica e di classe II,III o IV NYHA, con una frazione di eiezione del ventricolo sinistro inferiore al 40 per cento e senza necessità di terapia ipolipemizzante. L’età media dei pazienti era di 73 anni, con un 41 per cento che aveva almeno 75 anni, e con molti che avevano ipertensione, diabete ed insufficienza renale. Tutti sono stai randomizzati in due gruppi assegnati a rosuvastatina alla dose di 10 mg al giorno ( per 2514 pazienti) oppure a placebo ( 2497 pazienti) e seguiti durante un follow-up mediano di 32,8 mesi.
Dopo 3 mesi di terapia il colesterolo LDL è sceso da 137 a 76 mg/dl ( meno del 45%), i trigliceridi sono passati da 178 a 138 mg/dl la proteina C reattiva da 3,1 a 2,1 mg/dl. Si è inoltre notata una diminuita frequenza di infarto miocardico ed ictus, che è stata evidenziata in 227 pazienti del gruppo rosuvastatina contro i 264 del gruppo placebo: importante è stato anche la diminuzione di ricoveri in ospedale, tenendo conto che la prima causa di ospedalizzazione è a tutt’oggi causata dalla patologia cardiovascolare.
L’elevato profilo di sicurezza mostrato dal farmaco nella popolazione studiata,formata da persone molto anziane, con grave riduzione della funzione cardiaca di pompa ed affetti da numerose altre patologie associate, è di grande importanza nella pratica clinica tenendo conto che la modalità di morte piu’ frequente negli anziani scompensai è rappresentata da un evento elettrico primario, probabilmente correlato alla dilatazione ventricolare sinistra invece che a un evento atero-trombotico, come tradizionalmente ritenuto.
Tutto questo, lascia ben sperare nel futuro sia dal punto di vista terapeutico, sia da quello preventivo.
Dr. Luca Punziano