L’attuale pandemia di Covid-19 sta mettendo a dura prova i Sistemi Sanitari di tutti i Paesi del mondo non solo per la difficoltà nel prestare cure adeguate a pazienti affetti da una nuova patologia potenzialmente letale, ma anche per le attenzioni che si sono rese necessarie nel trattamento dei pazienti affetti da tutte le altre patologie per ridurre il rischio di contagio da virus Sars-Cov-2.
Al fine di ridurre le possibilità di contagio, in Italia come nel resto del mondo, è stata incentivata l’implementazione di tutti i servizi e le modalità di cura in grado di limitare lo spostamento dei pazienti verso ospedali e ambulatori medici.
Per questo negli ultimi mesi, più che in passato, un numero sempre maggiore di pazienti ha beneficiato di attività di assistenza e di monitoraggio di parametri biomedici attuate con tecnologie di informazione e comunicazione a distanza (ICT), ottenendo indicazioni di terapia da parte dei professionisti sanitari attraverso il proprio computer o altro dispositivo mobile.
Tutto ciò rientra in quella tipologia di erogazione di servizi di assistenza sanitaria definita come Telemedicina, questo tipo di assistenza non va però a sostituire la prestazione sanitaria tradizionale nel rapporto personale medico-paziente, ma piuttosto la integra per migliorarne efficacia, efficienza e appropriatezza.
Il ricorso alla Telemedicina può avere finalità di cura, diagnosi, prevenzione secondaria, riabilitazione e monitoraggio e, secondo quanto indicato dalle Linee di indirizzo nazionali, può esprimersi in due forme attinenti all’ambito sanitario:
- Telemedicina specialistica: i servizi a distanza vengono forniti nell’ambito di una specifica disciplina da parte del medico direttamente al paziente (Televisita) o ad altri medici o operatori sanitari (Teleconsulto e Telecooperazione sanitaria);
- Telesalute: i sistemi e servizi utilizzati permettono al medico di intrepretare a distanza i dati biomedici di un paziente, più spesso con patologia cronica, con il fine di supportarlo nella gestione della terapia, fornirgli informazioni e migliorare la sua formazione all’autocura.
Tra le patologie croniche, il diabete mellito tipo 1 (DMT1) presenta caratteristiche che lo rendono particolarmente adatto a poter beneficiare di più modalità di assistenza mediante la Telemedicina.
Per gestire al meglio la terapia, infatti, il paziente con DMT1 deve rilevare costantemente i propri livelli glicemici (automonitoraggio) e deve possedere un ampio bagaglio di conoscenze e di attitudini all’autocura acquisiti nei momenti di incontro con il team diabetologico.
Con le moderne tecnologie di comunicazione il paziente può agevolmente condividere i propri dati glicemici e di terapia insulinica con il Diabetologo mediante specifici servizi web, ottenendo indicazioni terapeutiche sia per la routine quotidiana che per situazioni a rischio di scompenso glicemico come le malattie intercorrenti (Telesalute). Questo è comunemente attuato soprattutto dai pazienti che utilizzano sensori per il monitoraggio continuo della glicemia e microinfusori di insulina, per i quali è fondamentale poter visualizzare sul proprio computer le informazioni derivanti da questi dispositivi per ottimizzare la gestione della terapia.
Esistono poi varie piattaforme per video-chiamata e video-conferenza, ormai molto diffuse, che permettono di sostituire la visita e i momenti formativi in presenza presso il Centro di Diabetologia con una visita o formazione a distanza (Televisita), quest’ultima sia in forma individuale sia collettiva per gruppi.
Nei mesi di limitazione delle visite in presenza, resi necessari per contenere la diffusione della pandemia di Covid-19, l’uso di tali tecnologie si è rivelato particolarmente utile nei Centri di Diabetologia Pediatrica permettendo di mantenere la continuità assistenziale nei confronti dei propri assistiti e delle loro famiglie.
Al contempo, i componenti dei team diabetologici hanno sviluppato una maggiore propensione all’uso dei servizi di Telemedicina, tale da introdurli stabilmente in maniera più ampia nei propri programmi di assistenza e di formazione andando a sostituire in parte le attività che in passato erano svolte in presenza.
La letteratura scientifica ha mostrato che la Telemedicina, nelle sue varie espressioni, può consentire un contatto più semplice e costante tra paziente e professionisti sanitari favorendo maggiore aderenza alle linee guida, minori assenze scolastiche e lavorative per i genitori e uso più frequente delle tecnologie applicate al diabete.
Solo recentemente, invece, è stato dimostrato che il ricorso a visite a distanza a intervalli di tempo ravvicinati può favorire un miglioramento del compenso glicemico in bambini e adolescenti.
Un corretto programma di telemedicina prevede:
- Formazione del personale sanitario e dei pazienti sulle modalità di utilizzo di tali tecnologie;
- Predisposizione protocolli condivisi di gestione dei pazienti;
- Una costante integrazione con la cartella elettronica utilizzata dal team;
- Pianificazione in momenti dedicati per evitare sovrapposizioni con visite in presenza;
- Disporre di computer con schermo ampio o doppio schermo e di cuffie con microfono che limitino i rumori di fondo;
- Promuovere un percorso di cura centrato sul paziente, con contenuti e tempi individualizzati.
Sulla base delle evidenze della letteratura e delle necessità imposte dalla pandemia, gli organismi di governo di varie Regioni hanno compreso l’importanza di favorire la crescita dei servizi di Telemedicina.
In particolare nella Regione Campania attraverso la Delibera della Giunta Regionale n. 6 del 12/01/2021 si rileva che :
- a) le “Indicazioni Nazionali per l’erogazione di prestazioni in telemedicina” Rep. atti 215/CSR del 17 dicembre 2020 stabiliscono che la telemedicina si può realizzare per le seguenti finalità sanitarie: fonte: http://burc.regione.campania.it
- a) gestione delle emergenze sanitarie sfruttando la possibilità di scambiare per via telematica le informazioni cliniche e raggiungere in videochiamata i soccorritori. Ciò consente di agevolare la gestione di pazienti critici sul luogo del recupero o nei più vicini presidi ospedalieri/strutture sanitarie anche sprovviste di servizi specialistici;
- b) controllo di patologie di particolare rilievo per migliorare i servizi sanitari in favore di persone affette da patologie o condizioni che, per gravità del decorso clinico, per diffusione tra la popolazione e/o impegno economico, siano di rilievo per la governance del SSR, incluse le condizioni cliniche di interesse chirurgico che necessitano di particolari attività diagnostiche in preparazione dell’intervento e/o di specifiche procedure di controllo del decorso post-operatorio, tutto questo sia per pazienti adulti che in età pediatrica ed evolutiva;
- c) accessibilità ai servizi diagnostici e continuità assistenziale per erogare prestazioni – visite ed esami diagnostici – e trasferire informazioni sanitarie senza far muovere il paziente, raggiungendo pazienti in strutture decentrate, in presidi isolati o anche a domicilio. Le prestazioni effettuate in Telemedicina possono essere immediatamente refertate dal professionista di riferimento. Ciò garantisce la continuità delle cure a distanza e, valutando di volta in volta le scelte terapeutiche e l’andamento del quadro clinico, consente di migliorare la presa in carico della cronicità;
- d) controllo e monitoraggio a distanza che consente di tenere sotto controllo medico il paziente a rischio di sviluppare determinate patologie o già affetto da patologie con significativo rischio di complicazioni rilevanti;
Di conseguenza si ritiene opportuno che: la piattaforma SINFONIA venga integrata ed aggiornata, utilizzata sia dalle Aziende sanitarie pubbliche che private accreditate, stabilendo ai sensi del D.lgs. 502/1992 che le due diverse Aziende possano erogare le medesime specialità assistenziali ad oggi erogate con la modalità tradizionale attraverso la Telemedicina, di stabilire che ai servizi ambulatoriali erogati in telemedicina, si applichino le medesime tariffe ed il medesimo sistema di remunerazione disciplinati per l’erogazione delle prestazioni in modalità “tradizionale”, ivi inclusa l’eventuale quota di compartecipazione – ticket e quota aggiuntiva – a carico del cittadino; di disporre che, qualora lo strumento di telemedicina non permetta di mantenere inalterato il contenuto sostanziale della prestazione da erogare, le Aziende pubbliche e accreditate sono tenute a completare la prestazione ambulatoriale in modalità tradizionale senza ulteriori oneri a carico del Servizio sanitario regionale e del cittadino.
Concludendo, considerato lo scenario odierno, per continuare ad avere un Servizio Sanitario pubblico efficiente si raccomanda di prestare molta attenzione anche alle risorse economiche, per poter meglio gestire i servizi di sanità digitale. Questo perché le innovazioni digitali costringono, per essere utilizzate con successo, a rielaborare le organizzazioni, migliorandone l’efficacia.
Questo aspetto non può essere ignorato soprattutto se parliamo di diabete.
Negli ultimi anni infatti il numero di diabetici in Italia è rimasto stabile, ma conta circa 4 milioni di Pazienti: la malattia non solo continua ad avere un costo sempre più elevato per il Sistema Sanitario Nazionale (che adesso è arrivato ai 10 miliardi di euro l’anno, circa il 10% del fondo sanitario nazionale), ma presenta a livello di prevenzione e strategia ancora moltissime lacune. E’ infatti dimostrato che il 25% dei Pazienti non segue affatto la terapia, mentre un ulteriore 38% la segue in maniera discontinua. Ciò significa che il 63% dei Pazienti diabetici non rispetta correttamente la terapia prescritta dal medico.
Il naturale riflesso di questo scenario è che le prescrizioni di farmaci per le persone diabetiche sono più del doppio della popolazione senza diabete, ma i problemi non finiscono qui. Statisticamente le persone con diabete vengono ricoverate il doppio delle volte rispetto ai Pazienti non diabetici, e la loro permanenza media in ospedale durante è più lunga.
Questa situazione è figlia del fatto che, in Italia abbiamo accumulato un forte ritardo di sviluppo nella Sanità digitale,……. ma non è ancora troppo tardi.
Dr. Sabato Mignano
Diabetologo