COME TRATTARE LE RIACUTIZZAZIONI DELLA BPCO
Le riacutizzazioni costituiscono la base della mortalità e della morbilità delle bronco pneumopatia cronica ostruttiva (BPCO).
E’ stato fatto uno studio che ha confrontato la bontà ed efficacia della combinazione tra un broncodilatatore inalatorio a lunga durata d’azione ed un’antinfiammatorio
(salmeterolo/fluticasono proprio nato) alla dosi pari a 50/500 microgrammi 2 volte al giorno, confrontato con un broncodilatatore a lunga durata d’azione (tiotropio), dosato a 18 microgrammi in monoterapia per prevenire le riacutizzazioni e gli esiti correlati nella BPCO grave e molto grave.
Sono stati randomizzati in tutto 1.323 pazienti (età media 64 anni, Fev1 pari al 39% del valore teorico post-broncodilatatore) in questo studio della durata di 2 anni condotto in doppio cieco, ma anche in parallero ed in doppio falso.
L’obiettivo primario è stato quello di stimare la frequenza della riacutizzazioni che hanno richiesto l’uso di assistenza sanitaria: altri obiettivi era quello di valutare lo stato di salute, la mortalità , gli eventi avversi e l’eventuale uscita dallo studio dei pazienti che è stata maggiore nei pazienti che hanno usato il tiotropio con una percentuale che ha rasentato il 30 per cento.
Dopo due anni di terapia e di studio, lo stato di salute è risultato minore nel gruppo salmeterolo/fluticasone propinato che ha riportato un maggior numero di polmoniti ma che allo stesso tempo fruiva di una minore mortalità ( 21 pazienti deceduti contro 38 del gruppo tiotropio).
Non sono state quindi riscontrate differenze nella incidenza di riacutizzazioni tra i due gruppi, quelli cioè trattati con
salmeterolo/fluticasone e quelli che
hanno usato solo tiotropio, dove vale la pena di ricordare però che ci sono state maggiore uscite dei pazienti ed anche un maggior numero di decessi.
Luca Gabriele Punziano
Medico Generico Specializzando in medicina generale Ospedale San Camillo-