La contraccezione ormonale (CO) è ormai da considerarsi una metodica sicura ed efficace. La diminuzione progressiva delle dosi di estrogeno somministrate e lo sviluppo di nuove molecole progestiniche hanno permesso di conservare una buona efficacia a fronte di una minore incidenza di effetti collaterali.
àˆ noto che gli estrogeni hanno un ruolo specifico nel controllo della crescita cellulare, nella riduzione dell’apoptosi e nella regolazione della produzione di fattori di crescita; da tali evidenze deriva la necessità di valutare un loro preciso ruolo nei meccanismi di cancerogenesi. Diversi e recenti studi epidemiologici hanno confermato che le associazioni estroprogestiniche conferiscono una considerevole protezione contro il cancro dell’ovaio e dell’endometrio. Tale protezione è duratura, persistendo per oltre 15 anni dalla sospensione del trattamento stesso; altrettanto evidenti sono gli effetti positivi della CO sulla riduzione del rischio di sviluppare il cancro colon-rettale e il linfoma non-Hodgkin. In molti studi la terapia ormonale contraccettiva è stata associata ad un aumento del rischio di cancro della cervice uterina: la CO agisce da co-fattore nello sviluppo della patologia neoplastica indotta dal virus del papilloma umano. Le donne che assumono CO, o che ne hanno assunto in passato, hanno un rischio lievemente aumentato di sviluppare il tumore della mammella, rischio che si normalizza dopo dieci anni dalla sospensione del trattamento, e che risulta maggiore in donne portatrici di mutazioni in BRCA1 e BRCA2.
Bibliografia
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Stefania Triunfo
Dipartimento della tutela della salute della donna e della vita nascente