Il termine “propoli”viene usato sia al maschile(il propoli) che al femminile(la propoli) .Entrambe le accezioni sono corrette.La dizione al maschile deriva dal greco” pro-polis “che significa davanti alla città , quella femminile dal latino “pro” che significa per e” polis” che deriverebbe da “polire” nel senso di verniciare,lucidare. Entrambe le derivazioni sono riconducibili alle specifiche funzioni svolte dalla propoli nell’alveare:nel primo caso è indicato l’uso che di questo materiale fanno le api per restringere l’apertura d’ingresso all’alveare stesso,nel secondo si fa riferimento all’utilizzo della propoli per levigare e lucidare le pareti interne delle celle vuote prima che l’ape regina deponga le uova.
Due tipi di api operaie sono deputate alla propolizzazione dell’alveare,un primo tipo trasporta il materiale resinoso raccolto dalle gemme fino al luogo dove la propoli è richiesta,un secondo tipo elabora la propoli cementandola senza mai allontanarsi dal suo posto di lavoro. La propoli elaborata viene impiegata anche per chiudere le fessure,rinforzare la struttura dei favi e per mummificare i cadaveri di insetti invasori uccisi al fine di bloccarne i processi putrefattivi.
La composizione chimica della propoli varia a seconda della zona di raccolta,delle piante presenti dove è l’alveare,della razza delle api che la elaborano con le loro secrezioni salivari ed enzimatiche.
A temperatura ambiente la propoli si presenta come una pasta dura che,all’aumentare della temperatura diviene prima malleabile (intorno ai 30°) e poi vischiosa( tra i 65-70°).A fusione si distingue una parte cerosa che galleggia ed una parte vischiosa che si deposita al fondo.
Le principali specie vegetali dalle cui gemme si ricava sono:il Pioppo,la Betulla,la Quercia,l’Ontano,l’Abete,il Salice,il Pino,lOlmo e l’Ippocastano.
La determinazione della composizione chimica della propoli,a causa delle variabili già citate risultata piuttosto complessa. Oltre a contenere una frazione composta da acidi grassi quali il miristico,ossiacidi e lattoni,contiene sostanze di varia natura quali flavonoidi,acidi alifatici,idrossiacidi aromatici,aldeidi,idrocarburi alifatici e aromatici,alcoli,esteri,zuccheri e vitamine.
I flavonoidi sono sostanze caratterizzate da una spiccata reattività chimica,essi inibendo la cAMP-fosfodiesterasi, modulano la cascata dell’acido arachidonico e per questo espletano attività antinfiammatoria,antitrombotica,oltre ad essere modulatori nelle reazioni di tipo allergico.
Tra i flavonoidi della propoli ricordiamo la galangina,la quercetina,la pinocembrina e la pinobanksina.
Il contenuto in flavonoidi totali viene espresso in galangina in quanto la curva di taratura per la valutazione spettrofotometrica viene costituita partendo da questa sostanza pura.
Tra gli idrossiacidi aromatici sono presenti l’acido benzoico,il cinnamico,il caffeico,il clorogenico,il gallico,il ferulico ed altri.
Tra gli acidi alifatici si annoverano il palmitico,il miristica e l’oleico.
Nella composizione dei vari tipi di propoli si ritrovano gli idrocarburi aromatici toluene ed etilbenzene e gli alcoli benzilico e feniletilico.
Al fine di valutare le possibilità di utilizzo della propoli sono stati analizzati i costituenti che più di altri si ritiene siano coinvolti nell’attività antimicrobica. Tale attività è stata attribuita soprattutto all’olio essenziale ottenuto per distillazione in corrente di vapore da propoli grezza,ai flavonoidi galangina,pinocembrina e quercetina e agli acidi caffeico,clorogenico,benzoico,ferulico,cinnamico ottenuti per sintesi o isolati e purificati.
Gli studi circa l’attività della propoli vengono effettuati su terreni di coltura liquidi in capsule a pozzetto.In ogni ogni pozzetto viene messo a reagire il ceppo batterico precedentemente approntato con il principio attivo alle varie diluizioni. I risultati vengono espressi in MIC(minima concentrazione inibente),si stabilisce cioè quale è la minima concentrazione di principio attivo in grado di inibire al crescita batterica.
Detto che l’attività della propoli è strettamente collegata alla varietà dei principi attivi in essa contenuti è necessario fare riferimento ad un prodotto commerciale standardizzato in galangina.
Dalla sperimentazione è emerso che l’olio essenziale possiede una attività antimicrobica notevole sia sui batteri Gram+ che Gram- a concentrazioni inibenti bassissime(0,3 microg/ml).Questo olio possiede anche una buona tollerabilità su cute e mucose,ma purtroppo è ottenibile per distillazione in quantità veramente minime.
I flavonoidi Galangina e Pinocembrina hanno dimostrato una buona attività sui batteri Gram+
con una azione sinergica.La loro disponibilità quantitativa media nei vari tipi di propoli è piuttosto elevata.
Tra gli acidi organici il più efficace è risultato essere il cinnamico,anch’esso particolarmente attivo sui Gram+ ed anch’esso discretamente presente nei vari campioni di propoli.
I meccanismi d’azione alla base dell’attività antimicrobica della propoli sono piuttosto complessi essa infatti disorganizza il citoplasma,la membrana plasmatica e la parete della cellula batterica,
causando una parziale batteriolisi , inibisce alttresì la sintesi proteica agendo sulla RNA-polimerasi DNA-dipendente dei batteri e impedendo la separazione delle cellule figlie. L’attività si è dimostrata per Salmonella spp,Sighella sp,Bacillus spp,Streptococcus spp,Proteus vulgaris,Mycobacterium Tubercolosis.
Alla propoli è riconosciuta anche una attività antinfiammatoria,testata comparatamene a indometacina e fenilbutazone sulle zampe posteriori di topi precedentemente rese edematose tramite inoculazione di una sospensione di carragenina.I flavoni della propoli producono probabilmente un rimaneggiamento del tessuto connettivo e un miglioramento della resistenza capillare per rafforzamento della barriera vasculo-tessutale grazie alla formazione di ponti stabili tra le fibre.
Allo studio anche l’attività antiossidante della propoli,dovuta alla sua frazione flavonoidica,che ne sta facendo valutare l’impiego anche come antirancido nei preparati cosmetici a base di burri e oli.
Un unguento anidro ottenuto con cera d’api,oli vegetali ed estratto di propoli in glicole propilenico,risulta attivo nel trattamento delle gengiviti.
L’attività antibatterica e riepitelizzante consente l’uso della propoli anche in ginecologia soprattutto in quei disturbi che si accompagnano ad una alterazione dell’epitelio vaginale o all’ectopia dell’endotelio cervicale.In quest’ultimo caso risulta anche valida l’associazione con ovuli alla calendula.
La grande versatilità d’uso della propoli ne ha prodotto una gran diffusione,il suo utilizzo prevalente è in otorinolaringoiatria dove trova applicazione prevalentemente nelle tonsilliti acute e croniche.Viene usata la soluzione idroalcolica pura per toccature, oppure diluita per gargarismi(50 gocce in mezzo bicchiere di acqua tiepida).
I prodotti a base di propoli,in particolare quella di origine europea,risultano globalmente sicuri sia per uso topico che per uso generale,pur tuttavia occorre una certa cautela in soggetti a rischio di allergia (asma allergica,orticaria,eczema,rinite,congiuntiviti allergiche ecc)
Mirella Zerbino
Farmacista- Specialista in Scienze e Tecniche delle Piante Officinali e Omeopatia