L’entità di riduzione della HbA1c riscontrata nei trial randomizzati e controllati (RCT) non si ritrova spesso nella pratica clinica. I risultati negli RCT possono differire da quelli osservati nella pratica quotidiana a causa di:
- protocollo di studio rigido
- visite di follow up più frequenti
- supporto addizionale ai pazienti per garantirne aderenza e persistenza fino a fine studio
- tempo in più dedicato alla educazione dei pazienti
- attento monitoraggio di efficacia e sicurezza
L’efficacia di un farmaco testata in un trial clinic randomizzato e controllato può quindi differire dall’ “effectiveness “ in real life. Nella vita reale aderenza e persistenza sono fattori determinanti per l’efficacia di un trattamento, fattori che concorrono al buon controllo del diabete nel tempo e al minor rischio di complicanze.
La definizione di aderenza è il grado di corrispondenza del comportamento di un soggetto – assumere un farmaco, seguire una dieta e/o modificare il proprio stile di vita –a quanto concordato con l’operatore sanitario.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) “aumentare l’efficacia di adesione alla terapia potrebbe avere un impatto molto maggiore sulla salute della popolazione rispetto a qualsiasi miglioramento medico specifico”.
La semplificazione dei regimi terapeutici, l’utilizzo di strumenti tecnologici per il monitoraggio attivo e la riorganizzazione del sistema sanitario, che permetta ai medici un approccio pro-attivo nei confronti dei propri pazienti, sembrano essere gli strumenti più efficaci. L’aderenza terapeutica varia a seconda delle classi dei farmaci presi in esame, ma due punti sono chiaramente evidenti: la non aderenza aumenta all’aumentare del numero di farmaci da assumere quotidianamente ed è più alta per le terapie iniettive rispetto alle non iniettive.
Gli agonisti del recettore del GLP-1 sono farmaci iniettivi che vengono utilizzati nella cura dei pazienti con diabete mellito tipo 2 e hanno dimostrato efficacia nel ridurre l’HbA1c con un basso rischio di ipoglicemia e potenziali benefici tra cui la riduzione del peso corporeo, della pressione sanguigna e dei lipidi, nonché protezione cardiovascolare e renale. Nonostante le somiglianze nel profilo clinico, gli agonisti del recettore del GLP-1 presentano differenze nel processo dell’iniezione, nella preparazione del farmaco e nei dispositivi di iniezione. Gli ultimi analoghi del GLP1 messi in commercio (exenatide lar, dulaglutide e semaglutide) vengono somministrati una volta alla settimana.
In tal senso non c’è dubbio che la facilità di impiego di un farmaco settimanale è vincente dal punto di vista del’ aderenza terapeutica del paziente rispetto a una somministrazione quotidiana. La semplicità d’uso dei device e la capacità educativa del team curante possono inoltre rappresentare la chiave di volta del successo di un approccio terapeutico complesso, come è la terapia iniettiva. In particolare per la semaglutide i pazienti apprezzano oltre che la semplicità d’uso, la familiarità del device, notando di aver precedentemente utilizzato o visto penne per iniezione simili . I pazienti che preferiscono semaglutide rispetto ad altri analoghi del glp1 settimanali preferiscono anche vedere l’ago per assicurarsi che non sia danneggiato ed inoltre apprezzano il fatto che con il dispositivo semaglutide vengano utilizzate meno penne perché l’ago viene cambiato ad ogni utilizzo, piuttosto che utilizzare una penna completamente nuova per ogni iniezione, aspetto vantaggioso per l’ ambiente perché consente di risparmiare plastica .
Pertanto, quando prendiamo decisioni terapeutiche per i pazienti con diabete di tipo 2, è importante considerare non solo l’efficacia e la sicurezza, ma anche altri attributi del trattamento che condizionano le preferenze del paziente, quest’ultime hanno un impatto sull’aderenza al trattamento, che contribuisce ai risultati del trattamento.
Dott.ssa Emanuela Lapice
SPECIALISTA AMBULATORIALE DIABETOLOGA
ASL NA 3 SUD, ASL SA