1) Che cosa significa per Antonio Giordano essere stato nominato esperto del VII PQ per il settore salute? Significa aver ricevuto una grande possibilita’ e nel contempo una altrettanto grande responsabilita’: in un mondo caratterizzato dalla globalizzazione e dallo sviluppo scientifico e tecnologico soprattutto della Cina e dell’India, la ricerca rappresenta per l’Europa e per l’Italia l’unica scommessa possibile. La ricerca, l’istruzione, la formazione, l’innovazione devono essere incentivate e sviluppate per realizzare le ambizioni economiche, ambientali e sociali dei cittadini europei. 2) Che cosa e’ il VII PQ? I programmi quadro sono i principali strumenti di finanziamento dell’Unione Europea per incentivare le attivita’ di ricerca e di sviluppo che concernono quasi tutte le discipline scientifiche. Il primo programma quadro risale al 1984. Oggi, il VII PQ e’ entrato in vigore il 1 gennaio 2007 e restera’ tale sino al 2013 con uno stanziamento di bilancio di 53,2 miliardi di euro in sette anni, il maggiore fino ad ora erogato per questi programmi. 3) Parliamo della partecipazione dell’Italia nell’ambito del VII PQ. Si tratta di una partecipazione che non puo’ considerarsi soddisfacente in quanto il numero dei progetti approvati e’ ancora molto esiguo rispetto a quello di altri paesi europei come la Germania, la Francia e l’Olanda. La percentuale di successo italiano, infatti, si aggira intorno al 15% ben al di sotto della media europea che si attesta intorno al 25%, 26%. Tuttavia non per questo dobbiamo scoraggiarci. Al contrario e’ importante diffondere le informazioni relative alle calls proposte dalla Comunita’ europea, aiutare i coordinatori a superare i problemi collegati alla coordinazione del progetto, superare le carenze di expertise. 4) Siamo in grado di individuare le nostre carenze? I progetti italiani falliscono il loro goal per due carenze fondamentali, quelle relativa alla rilevanza del progetto e all’eccellenza scientifica e tecnologica. 5) Quindi un progetto europeo deve soddisfare dei requisiti specifici. Ci puo’ spiegare di cosa si tratta? Perche’ un progetto possa essere approvato e’ necessario, che soddisfi 6 criteri: la rilevanza (il progetto deve mirare ad un obiettivo importante), il potenziale impatto (i risultati del progetto devono essere tali da poter soddisfare l’aspettativa sociale), l’eccellenza scientifica e tecnologica (Il progetto deve avere un obiettivo scientifico chiaro i cui risultati facciano avanzare le scienze rispetto alla conoscenza di partenza), la qualita’ dei partners consorziati (i partners devono essere affidabili e cioe’ responsabili del lavoro di cui hanno accettato di volersi fare carico), la qualita’ del management (il coordinatore deve sicuramente avere le qualita’ di un leader dovendo operare la necessaria integrazione tra i vari partners e dovendo far fronte alla complessita’ che il progetto gli pone). Infine, la mobilitazione delle risorse intesa come capacita’di mobilitare un minimo di massa critica delle risorse (personale, attrezzature, finanziamento) necessarie per il successo. 6) Che cosa raccomanderebbe ad un coordinatore italiano? Raccomanderei molte cose: senz’altro di valutare con attenzione la proposta prima di sottometterla verificandone la corrispondenza con la call ma anche di valorizzare la eccellenza scientifica e tecnologica e il potenziale impatto sociale. 7) E poi? Di non dimenticare di giustificare il budget: un errore ricorrente e’ quello di trovarsi di fronte a budget sovrastimati o comunque non realistici. 8) Cosa si auspica per la ricerca europea? Sicuramente una sempre maggiore mobilita’ delle risorse umane. Io stesso vivo ormai da anni tra gli Stati Uniti e l’Europa ma anche una vera condivisone della conoscenza che puo’ realizzarsi solo con la creazione di infrastrutture elettroniche in grado di mettere in contatto tra loro i raggruppamenti di eccellenza di tutto il mondo.
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