L’estate porta in sé la voglia di benessere e di relax, un salto in piscina, oppure al più vicino centro benessere, rappresenta per tanti una gradevole pausa nell’arco della propria giornata lavorativa; quali sono i rischi igienico-sanitari legati a questi impianti? Scopo del presente articolo è quello di fornire al lettore di Doctor Mag una breve informativa tecnica. Il Ministero della Salute in accordo con le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano, durante la Conferenza Stato — Regioni del 16 gennaio 2003, ha delineato e formalizzato nell’Atto di Intesa pubblicato nella GU n.51 del 3 marzo 2003, i criteri generali per la stesura del documento di valutazione del Rischio relativo alle piscine. Il documento è in pratica richiesto ai fini della tutela igienico sanitaria e sicurezza degli utenti e del personale delle piscine, queste come definite al punto 1 nello stesso Atto. Il responsabile della piscina deve predisporre un documento di valutazione del rischio in cui deve essere considerata ogni fase che potrebbe rivelarsi critica nella gestione dell’attività . Il documento di valutazione del rischio, citato nella Conferenza Stato Regioni, corrisponde a un manuale di autocontrollo che sintetizza tutte le attività tra loro coordinate che permettono a gestione del sistema di autocontrollo. Il gestore della piscina ha quindi la responsabilità dell’applicazione e dell’aggiornamento delle procedure previste nel documento di valutazione dei rischi. Il documento di analisi dei rischi per piscine prevede innanzitutto la formazione di un gruppo di lavoro che definisce il servizio, la costruzione del digramma di flusso (orizzontale e verticale), l’applicazione dei principi dell’autocontrollo e la gestione dei documenti di registrazione. Una volta completate queste attività  preliminari di raccolta dati si procederà  ad applicare i principi della metodologia HACCP, così richiamati dal  documento della Conferenza Stato-Regioni: -   analisi dei potenziali pericoli igienico-sanitari per la piscina; -   individuazione dei punti o delle fasi in cui possono verificarsi tali pericoli e definizione delle relative misure preventive da adottare; -   individuazione dei punti critici e definizione dei limiti critici degli stessi; -   definizione del sistema di monitoraggio; -   individuazione delle azioni correttive; -   verifiche del piano e riesame periodico, anche in relazione al variare delle condizioni iniziali, delle analisi dei rischi, dei punti critici, e delle procedure in materia di controllo e sorveglianza.  Contenuti del piano di autocontrollo per piscine:-   analisi dei potenziali pericoli -   individuazione dei punti in cui possono verificarsi tali pericoli e definizione delle misure preventive -   individuazione dei punti critici e dei rispettivi limiti -   sistema di monitoraggio -   azioni correttive -   riesame periodicoAspetto non secondario di un piano HACCP è la definizione delle registrazioni necessarie a documentare le fasi di costruzione dello stesso e le successive attività di gestione (registrazione dei dati di monitoraggio e di attuazione delle azioni correttive, registrazione delle verifiche effettuate, documentazione relativa alla formazione del personale). Il  responsabile del  Piano di valutazione del  Rischio deve tenere a disposizione dell’Autorità incaricata del controllo, documenti quali: -   un registro dei requisiti tecnico-funzionali con l’indicazione della dimensione e del volume di ciascuna vasca, il numero e la tipologia dei filtri, la portata delle pompe, il sistema di manutenzione, ecc. -   un registro dei controlli dell’acqua in vasca contenente: o   gli esiti dei controlli di cloro attivo libero, cloro attivo combinato, temperatura, pH o   la lettura del contatore installato nell’apposita tubazione di mandata dell’acqua di immissione, utile al calcolo della quantità di acqua di reintegro o   le quantità  e la denominazione dei prodotti utilizzati giornalmente per la disinfezione dell’acqua o   la data di prelievo dei campioni per l’analisi dell’acqua o   il numero dei frequentatori dell’impianto. La documentazione relativa ai controlli e alle registrazioni effettuati dal  responsabile è a disposizione dell’Azienda Unità  Sanitaria Locale per un periodo di a meno due anni. che potrà  così acquisire tutte le informazioni concernenti la natura, la frequenza ed i risultati delle analisi effettuate. Nell’approccio a questa normativa è importante ricordare che la sicurezza igienica di un impianto natatorio è un requisito di qualità  dato per scontato da chi utilizza tali strutture, sia a scopo ludico o agonistico ed ancor più per motivi legati alla salute e benessere fisico, al punto da essere ritenuti un prerequisito, che tuttavia rimane legato a adeguati investimenti, alle risorse umane disponibili e ad una attenta e moderna gestione.