La preoccupazione dei cittadini per il rischio sanitario potenzialmente associato agli impianti di smaltimento dei rifiuti è sempre più sentito. Si tratta di una dinamica che può portare ad un dissenso generale da parte dei cittadini preoccupati da un eventuale correlazioni con il rischio di contrarre gravi patologie. Mai come in questo caso, grande rilevanza assumono gli studi epidemiologici. Condotti in Paesi nordamericani ed anche in Europa, assieme ad alcune indagini effettuate anche in Italia, hanno infatti messo in luce la necessità di proseguire le ricerche valutando la reale esposizione della popolazione. Il complesso degli studi realizzati fino ad oggi non permette purtroppo una chiara individuazione di pericoli, né tantomeno una stima del rischio per le popolazioni residenti in prossimità di impianti di discariche dei rifiuti. Nonostante tutto, è possibile affermare che: -fino ad oggi, non è possibile disporre di elementi sufficienti per stabilire un nesso causale tra l’osservazione di associazioni a carattere epidemiologico e la presenza di discariche controllate (sanitary landfill); -la letteratura internazionale e le istituzioni scientifiche concordano nel raccomandare l’approfondimento di studi sul possibile rischio di effetti avversi nelle popolazioni che risiedono nei pressi di una discarica di rifiuti pericolosi; -è altresì importante che tutti i soggetti coinvolti nell’amministrazione e gestione delle discariche, conoscano lo stato di avanzamento delle ricerche scientifiche, la validità dei dati utilizzati e il grado di incertezza dei risultati conseguiti. Ma ora passiamo ad esaminare in dettaglio cosa è una discarica. Con questo termine, s’intende una discarica che riceve rifiuti indifferenziati che non hanno subito alcun trattamento di separazione o che provengono da aree dove non si effettua alcuna raccolta indifferenziata. Una discarica può avere un impatto ambientale molto importante se riguarda rifiuti “tal quale”, a differenza di una discarica di rifiuti selezionati e/o pretrattati. Un rifiuto tal quale, contiene infatti frazioni putrescibili, che danno luogo alla formazione di biogas, frazioni secche come plastica, legno e metalli, ed altre frazioni potenzialmente pericolose come farmaci, pile, batterie, solventi e vernici, che potrebbero dar luogo a sostanze più inquinanti. Per “percolato”, si intende il colaticcio che si genera da un ammasso di rifiuti per effetto del dilavamento delle acque meteoriche che, infiltrandosi nei rifiuti, portano in soluzione le sostanze più solubili (cloruri, solfati, metalli ed ammoniaca), dando origine appunto al percolato che, essendo ricco di sostanza organica, può contenere diversi inquinanti. La discarica “controllata”, consente un miglior utilizzo della superficie a disposizione, ed evita rischi di perturbazione, inquinamento dell’ambiente ed insorgenza di pericoli ed inconvenienti per la salute pubblica. Tutto questo è favorito dalla presenza di un idoneo sottofondo e pareti impermeabili costituite da argille naturali dotate di bassissima permeabilità oppure da sottofondo e pareti rivestiti di manti impermeabili sintetici (polietilene ad alta densità ), anch’essi poco permeabili e caratterizzati da elevata resistenza. Infine, sistemi di captazione e smaltimento del percolato e del biogas, ovvero il gas che si genera da un ammasso di rifiuti a prevalente matrice organica, a causa della flora microbica ambientale di tipo aerobico ed anaerobico e caratterizzato dalla presenza di sostanze particolarmente maleodoranti, come l’idrogeno solforato. Pur non avendo dati ufficiali e concreti di un reale aumentato rischio di patologie per gli abitanti residenti  vicino alle discariche, una cosa è certa: le discariche abusive fanno davvero male. Infatti, discariche di questo tipo, mancano dei seguenti meccanismi di controllo e possono causare:  -infiltrazione del percolato nel sottosuolo, con potenziale rischio di contaminazione delle falde acquifere sotterranee, e da ciò ne consegue una contaminazione chimica e microbiologica della catena alimentare; -formazione del biogas che, contenendo metano in percentuale fino a circa il 55 per cento, se non correttamente captato e smaltito può dar luogo a deflagrazioni o esplosioni, infiltrandosi anche nel sottosuolo e costituendo tra l’altro un rischio a lungo termine; -emissioni di sostanze fortemente odorigene che provocano disturbi olfattivi, che non vengono controllati tramite coperture giornaliera dei rifiuti In attesa di risultati ancora più consistenti, si auspicano misure di sicurezza atte a controllare il corretto posizionamento e funzionamento delle discariche controllate. BIBLIOGRAFIE Salute e rifiuti in Campania- Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali- Regione Campania
Luca Gabriele Punziano
medico generico specializzando in Igiene e Medicina Preventiva all’Umberto I di Roma