Il professor Antonio Giordano, promotore e fondatore della Human Health Foundation di Spoleto, spiega, alla luce della sua esperienza, il percorso da attuare per raggiungere in Italia i livelli di eccellenza scientifica degli USA.
Prof. Giordano, ci spiega cos’è la Human Health Foundation?
Si tratta di una Fondazione Onlus nata a Spoleto per tentare di promuovere e migliorare la ricerca scientifica in Italia. La fondazione si avvale del “know how” che ho sviluppato negli Stati Uniti con la Sbarro Health Research Organization, un’organizzazione no profit che ho creato con l’aiuto finanziario di Mario Sbarro, e che si giova, a tutt`oggi, dei “cervelli” di tanti giovani italiani.
Come e’ nata l’idea di questa Fondazione?
E’ nata dall’esigenza di arginare, seppur in minima parte, la fuga di tanti giovani italiani all’estero prendendo come ispirazioni le positive realtà straniere con cui mi sono confrontato.
C’e’ qualcuno a cui sente di dover dire grazie in questo progetto?
Come nel caso dello Sbarro Institute di Philadelphia, anche ora sento di dover ringraziare l’uomo che ha creduto in me e che finanzia il mio progetto. Si tratta del Presidente della Banca Popolare di Spoleto, Dottor Giovannino Antonini che ha deciso, con grande lungimiranza e grande altruismo di rivolgere la sua attenzione ai problemi sociali.
Concretamente che cosa avete realizzato sino ad ora?
Al momento la Banca Popolare di Spoleto si è impegnata a finanziare i laboratori della Human Health Foundation Onlus che contiamo di poter inaugurare a Maratte (Terni) con l’inizio dell’anno nuovo. Abbiamo attivato tre linee di ricerca attraverso il finanziamento di borse di studio, anche se contiamo, nei prossimi mesi, di poter fare di piu’. Molteplici i congressi e meeting già realizzati poi, che hanno visto la partecipazione di importanti scienziati, ricercatori, e medici di livello internazionale e già nei prossimi mesi collaboreremo attivamente con l’ospedale di Spoleto. Ma più di tutto mi piace evidenziare alcune pubblicazioni scientifiche realizzate con la partecipazione della HHF Onlus.
Ci parla di Villa Palma?
Villa Palma e’ una splendida villa rinascimentale, benche’ attualmente si trovi in un forte stato di degrado, ubicata a Terni. Sul punto, nonostante la stampa la colleghi, continuamente alla HHF e conseguentemente, alla mia persona, posso dire veramente poco. So che potrebbe divenire una futura sede della Fondazione grazie alla Spoleto Credito e Servizi s.p.a. e che più volte io stesso ho intrattenuto incontri con il disponibile e attivo Sindaco di Terni ma, anche se potrebbe apparire strano, non ho mai compiuto nessuna trattativa in merito. Se divenisse la nostra sede ne sarei lieto naturalmente, ma sono completamente all’oscuro dei percorsi amministrativi in atto se non per quello che apprendo dalla stampa. D’altra parte trovo giusto che ciascuno si dedichi al lavoro che meglio conosce.
Scaramantico come ogni buon napoletano?
No, semplicemente focalizzato sulla ricerca scientifica. Lascio agli amministratori, ai politici e ai banchieri il loro lavoro. Tuttavia, ripeto, se avvenisse tale conferimento, si tratterebbe di un provvedimento chiaramente ben accetto.
Quali sono le condizioni che ha chiesto per poter lavorare in italia?
In Italia seguo diversi progetti e la mia condizione irrinunciabile e’ sempre la stessa: l’autonomia.
Cosa si augura per lei e per la HHF?
Che l’Italia e in particolare il Centro Sud diventino la meta per ricercatori che provengono dall’estero.
Che cosa la fa arrabbiare?
Ultimamente, e mi dispiace dirlo, i Media, quando non riportano fedelmente quanto viene detto, lasciando spazio ad interpretazioni o alla pubblicazione di quanto non e’ stato mai proferito.
Pierpaolo Basso
SBARRO HEALTH PRESS