Ma a cosa sono servite le mobilitazioni degli ultimi mesi contro lo spaventoso inquinamento che attanaglia la Campania e che sta comportando una impennata dei tumori nella nostra Regione. Si direbbe a nulla. Archiviate le contestazioni all’ineffabile ministro della Salute Renato Balduzzi (che lo scorso 7 gennaio, nella Sala consiliare del Comune di Aversa negava ogni correlazione richiamandosi al davvero sbalorditivo “studio” SEBIOREC ); persesi nelle nebbie ministeriali le promesse di nuove dettagliate indagini epidemiologiche e ambientali; scomparse dai mass media denunce di non pochi medici (tra i quali chi scrive) che segnalavano la gravità della situazione e l’assoluta esigenza di intervenire subito…. I roghi incontrollati e il tombamento di metalli pesanti, amianto, cadmio… continuano, come se nulla fosse, nella nostra regione – in particolare nell’area dell’Aversano – continuando ad inquinare falde acquifere e prodotti agricoli.
E fa veramente rabbia rileggersi le roboanti promesse del ministro Balduzzi; ad esempio, quelle pubblicate su “Avvenire” del 23 gennaio 2013 (più di tre mesi fa): “Ripartiti da cinque minuti, Renato Balduzzi chiama il suo ministero: «Qui c’è un’altra Ilva, sotto Roma…», esordisce. Poi dà disposizioni: «Devi verificare che in queste zone non siano mai stati fatti esami tossicologici da inquinanti su chi ha il tumore, perché voglio che adesso si facciano, anche a campione, ma che siano rappresentativi e abbiano ogni criterio scientifico». Non è finita: «Al Consiglio dei ministri (di ieri pomeriggio, ndr) parlerò con Cancellieri, dobbiamo fare esami, sempre per gli agenti inquinanti, e uno screening anche sui Vigili del fuoco che lavorano qui» …. «L’emozione e l’indignazione, che pure devono esserci, non bastano», spiega. «Non si può andare e poi dirsi “ho fatto il mio dovere, ora posso pensare ad altro”». Gli rimane poco tempo governativo, un paio di mesi, forse anche meno. Dovrà fare in fretta, molto in fretta. Coinvolgendo almeno la stessa Anna Maria Cancellieri, ministro dell’Interno, e Corrado Clini, ministro dell’Ambiente. «Ma anche e soprattutto i sindaci e la Regione Campania», dice. «Questa è una guerra, nessuno può vincerla da solo».
Il nulla. Non è stato fatto ancora nulla.
E a rendere ancora più sconfortante il quadro ci si mette anche l’Ordine dei Medici di Napoli. Di certo non ci aspettavano chissà quale donchisciottesca battaglia da parte di questa struttura, ma fa cadere davvero le braccia leggere l’inserto di marzo dedicato dal suo Bollettino a questo dramma. Già i titoli dei primi due articoli dell’inserto ( “Ecodisastro, la tesi di Balduzzi: Nessuna prova di effettivo collegamento tra tumori e rifiuti” – “Stop allarmismi ma ciclo degenerato: Intervista a Donato Greco – Epidemiologo, consulente Istituto Superiore di Sanità”) lasciano presagire quello che sarà il taglio “negazionista” dell’inserto, ma a rendere davvero sbalorditivo questo inserto sono i successivi due articoli (una intervista a tale Sabino De Placido – Direttore del Dipartimento di Oncologia del Policlinico Federiciano – e a tale Maurizio Montella – Direttore U.O. Epidemiologia INT “Fondazione Pascale” ).
Non potendosi considerare il Bollettino dell’Ordine dei Medici di Napoli una pubblicazione “scientifica” forse sarebbe stato troppo chiedere ai suoi collaboratori e redattori una bibliografia che attestasse quanto lì riportato (e nella quale, forse, un posto avrebbe pure potuto meritarlo il libro “Campania: Terra di veleni”). Ma, sia detto in tutta franchezza, ritengo davvero scandaloso che una pubblicazione destinata a formare i medici napoletani riporti affermazioni quali: <<Questi risultati, sebbene siano “suggestivi” di un effetto tra esposizione ai rifiuti e eventuali patologie, non sono conclusivi sulla dimostrazione di un rapporto causa-effetto…. Su quest’argomento sono stati alimentati allarmismi e psicosi.>>
Fossero state queste dichiarazioni pubblicate su uno dei tanti futili periodici che si accatastano nelle sale di aspetto degli studi medici non ci sarebbe da scandalizzarsi più di tanto. La cosa grave, invece, è che per lo spazio che occupano, queste dichiarazioni rischiano non solo di distogliere l’attenzione dei medici da un problema di una gravità estrema ma finiscono per dare un alibi a quella classe politica che, trincerandosi dietro altisonanti dichiarazioni e un mare di promesse, non fa poi nulla.
Come, l’ormai ex, ministro della Salute Renato Balduzzi.
Prof.Giulio Tarro
Primario emerito dell’Azienda Ospedaliera Cotugno, Napoli
Chairman della commissione sulle Biotecnologie della Virosfera, Wabt – Unesco a Parigi
Presidente della fondazione per le ricerche sul cancro T. e L. de Beaumont Bonelli