È stata oggetto di dibattito in queste ultime settimane la proposta di Umberto Veronesi di abolire la parola cancro nella comunicazione medico-paziente. Condivisibile o meno, questa proposta pone l’accento su uno degli aspetti fondamentali della prevenzione e della cura del cancro: la comunicazione. Per comunicazione si intendono in questo caso tutti i processi che comprendono l’informazione di un target di riferimento ma anche la condivisione dello stato emotivo con cui viene affrontata l’esperienza della prevenzione o del percorso di cura della malattia.
A tal proposito l’ASMe, Associazione Senologica del Mediterraneo, nata in Campania e presentata ufficialmente alla stampa il 25 Marzo 2006 dall’illustre professore Giovan Giacomo Giordano, sostiene e promuove una serie di attività e di eventi volti a diffondere la cultura della senologia sul territorio, sensibilizzando ed avvicinando i cittadini, le istituzioni, gli enti pubblici e privati, alla cultura della prevenzione oncologica in senologia.
Durante la ricerca di un nuovo progetto e di nuove idee, ASMe ha incontrato i fotografi di LAB. Il “laboratorio irregolare” (da qui ‘LAB’) nato dall’incontro del fotografo Antonio Biasiucci con otto giovani talenti della fotografia, ha dato vita ad “Epifanie”, splendida mostra allestita nella Sala delle Prigioni del Castel dell’Ovo di Napoli fino al 2 giugno ( per info visitate la pagina Facebook dedicata al progetto https://www.facebook.com/perunlaboratorioirregolare?fref=ts).
Il talento e la dedizione di questi ragazzi hanno colpito profondamente i soci dell’ASMe che hanno deciso di sostenere “Epifanie” e di dar vita ad un vero e proprio sodalizio tra LAB e l’associazione.
La partnership tra ASMe e LAB si struttura come il continuo di un progetto di comunicazione già avviato e realizzato qualche anno fa dall’associazione con l’aiuto di Rita Occidente Lupo. La giornalista salernitana ha raccolto in un libro intitolato “Senza paura” le interviste a donne che hanno affrontato ed hanno vinto il cancro alla mammella. La copertina del libro è uno scatto che Oliviero Toscani ha regalato all’Associazione.
Seguendo la strada tracciata dal volume “Senza paura”, ASMe ancora una volta si affida al linguaggio della fotografia e all’arte.
LAB nei mesi a venire interpreterà per ASMe il concetto di “cura”; ognuno degli otto fotografi realizzerà delle fotografie, traendo ispirazione dal tema.
Spiega Antonio Biasiucci parlando del laboratorio irregolare:
“Fare il laboratorio non significa diventare artisti, ma è il tentativo di scoprire cosa è importante; aiuta a distinguere il fondamentale dall’effimero, ad acquisire una forma mentis, una metodologia che è funzionale perlomeno a realizzare una fotografia che non mente. Una fotografia, appunto, una fotografia di se stessi. Nel Laboratorio non si privilegia un genere ma, al contrario, si punta alla cancellazione del genere. È privilegiato solo il proprio dire che eventualmente può prevedere più generi per comunicarlo. Aiuta a capire che lo scambio, il confronto, il relazionarsi sono fondamentali per crescere, insegna ad avere il coraggio di presentarsi nudi, ma consapevoli che è questo l’unico modo possibile.”
La “cura” racchiude in sé anche le nozioni di attenzione, dedizione, sacrificio, precisione e dono agli altri: principi su cui si fonda anche LAB. Questo rinforza e giustifica ancor di più il legame e la preziosa collaborazione nata tra questi giovani fotografi ed ASMe.
Vale la pena visitare la mostra e seguire il lavoro che realizzeranno nei prossimi mesi i fotografi di LAB e l’Associazione Senologica del Mediterraneo attraverso il sito ufficiale http://www.asmeonline.it/ e la pagina Facebook https://www.facebook.com/asme.senologia?ref=hl .
Sperando che anche iniziative di questo genere possano segnare l’inizio di un nuovo modo di intendere l’informazione e la comunicazione nell’ambito della prevenzione e della cura del cancro.