Roma, Gennaio 2015. Ancora una volta, la natura multifattoriale ed eterogenea del cancro mammario desta l’attenzione dei ricercatori impegnati in ambito oncologico e trova ulteriore conferma nell’articolo intitolato “Anthropometric, metabolic and molecular determinants of human epidermal growth factor receptor 2 expression in luminal b breast cancer” apparso nel Dicembre 2014 sulla rivista scientifica internazionale Journal of Cell Physiology. Lo studio in questione è stato condotto da un equipe multidisciplinare italo-americana guidata dal Prof. Antonio Giordano, direttore dello Sbarro Institute per la ricerca sul cancro della Universita’ Temple di Filadelfia, Stati Uniti e professore di Anatomia ed Istologia Patologica dell Universita’ di Siena, Italia.
“Il cancro mammario è un’entità complessa, sia nella sua manifestazione clinica che nella sua eziopatogenesi, cioè, nelle modalità secondo cui diversi fattori di rischio possono combinarsi secondo schemi meccanicistici complessi ed estremamente flessibili, nonché mutabili da paziente a paziente” afferma Giordano, oncologo di fama internazionale da anni impegnato nella lotta contro il cancro. “Identificare il ruolo svolto dai diversi fattori di rischio può aiutare in termini preventivi e curativi, soprattutto nel caso in cui tali fattori siano legati allo stile di vita e siano pertanto modificabili, come nel caso dell’indice di massa corporea e glicemia basale”.
In questo studio i ricercatori hanno studiato un tipo specifico di tumore della mammella, che per connotazioni molecolari risponde al nome di cancro mammario luminale di tipo B. “All’interno di tale categoria sono rappresentati diversi sottotipi di malattia, individuabili attraverso parametri diversificati. Uno tra questi è l’iperespressione/amplificazione genica del recettore noto come “human epidermal growth factor 2 (HER2), che riveste un ruolo fondamentale nell’ambito delle decisioni terapeutiche , sia per pazienti con malattia in stadio iniziale che avanzato. Ciò rende la caratterizzazione dei fattori associati alla presenza di tale recettore particolarmente interessante in ambito di ricerca oncologica” specifica la Dott.ssa Maddalena Barba, ricercatrice presso l’Istituto Tumori Regina Elena di Roma.
“Sulla scorta dei risultati ottenuti, l’indice di massa corporea e la rappresentazione in recettori estrogenici sono inversamente associate all’iperespressione del recettore HER2 in pazienti affetti da cancro mammario di tipo Luminal B. Se confermati in studi successivi, tali risultati aiuteranno nell’identificazione di sottogruppi della popolazione che possano trarre il maggior vantaggio dall’utilizzo di interventi che vadano ad agire sull’ manifestazioni insulino-resistenza, coinvolta nell’insorgenza e sviluppo del cancro mammario, in scenari molecolari sempre meglio delineati” chiarisce e conclude il Prof. Antonio Giordano, ideatore dello studio.