L’infezione da HIV (virus dell’immunodeficienza umana) ha subito un cambiamento radicale nel corso degli ultimi decenni, grazie ai progressi della medicina, all’educazione sanitaria e a una maggiore consapevolezza sociale. Fino agli anni ’80 e ’90, l’HIV era considerato una malattia mortale, e le opzioni terapeutiche erano limitate. Con la scoperta delle terapie antiretrovirali (TARV), la vita con HIV ha cominciato a diventare più sostenibile. Questi farmaci, che agiscono inibendo la replicazione del virus, hanno significativamente ridotto la mortalità e migliorato la qualità di vita dei pazienti. Nel 1996, con l’introduzione della terapia combinata (HAART), la vita media delle persone con HIV è aumentata notevolmente, tanto da trasformare l’infezione in una condizione cronica gestibile piuttosto che in una malattia terminale. Oggi, le terapie antiretrovirali sono molto più avanzate e ben tollerate. I pazienti possono scegliere tra diverse opzioni terapeutiche, che comprendono regimi a base di farmaci con minori effetti collaterali, e in alcuni casi, trattamenti a lunga durata che richiedono meno assunzioni giornaliere.
Le persone con HIV che seguono una terapia antiretrovirale efficace, raggiungendo una carica virale non rilevabile, sono in grado di vivere una vita normale e di ridurre il rischio di trasmettere il virus ad altri. Questa condizione è nota come “U=U” (Undetectable = Untransmittable), un concetto scientificamente supportato che ha cambiato la percezione sociale e individuale dell’HIV.
Oggi, l’HIV è una malattia che può essere prevenuta, trattata e gestita, ma non è ancora possibile parlare di una vera e propria cura definitiva. Sebbene la ricerca stia compiendo passi da gigante in direzione di trattamenti più efficaci, c’è ancora molto da fare. Le innovazioni in ambito di prevenzione, come la profilassi pre-esposizione (PrEP), e i progressi nella ricerca per una cura definitiva sono promettenti. La PrEP, in particolare, ha avuto un impatto positivo nella prevenzione dell’HIV, soprattutto tra le persone a rischio elevato.
Nel frattempo, la comunità scientifica e le organizzazioni sanitarie stanno lavorando per ridurre la stigmatizzazione e migliorare l’accesso al trattamento per tutti coloro che vivono con HIV, in modo che possano non solo sopravvivere, ma anche prosperare.
Infatti, nonostante i progressi terapeutici, vivere con l’HIV comporta ancora una serie di difficoltà psicologiche e sociali. La stigmatizzazione continua ad essere una realtà per molte persone con HIV, che spesso si trovano a dover affrontare pregiudizi sia nei confronti del loro stato di salute che delle modalità di trasmissione del virus. Le persone sieropositive, quindi, non solo devono gestire il trattamento quotidiano, ma anche l’impatto emotivo e psicologico derivante dalla paura del rifiuto sociale, delle discriminazioni e dell’isolamento. Un altro aspetto cruciale della vita con HIV riguarda la gestione della propria salute mentale. La diagnosi di HIV può suscitare un profondo senso di ansia, paura o depressione. L’incertezza sul futuro, unita alla consapevolezza delle complicazioni a lungo termine, può generare stress significativo. La ricerca ha evidenziato che molte persone con HIV affrontano disturbi psichiatrici come depressione e ansia a causa del doppio carico di malattia fisica e stigma sociale. Per questo motivo, il supporto e la consulenza psicologica sono fondamentali, tanto quanto il trattamento medico.
In conclusione, vivere con l’infezione da HIV oggi è possibile grazie ai significativi progressi terapeutici che hanno trasformato l’infezione in una condizione cronica gestibile. Tuttavia, le persone con HIV devono affrontare sfide psicologiche, sociali e mediche che richiedono un sostegno continuo. La ricerca e la consapevolezza pubblica continuano a progredire, con l’obiettivo di garantire una vita sana e priva di stigma per chi vive con HIV.
Dr. Maria Aurora Carleo
UOC Malattie Infettive e Medicina di Genere
AO dei Colli – PO “D. Cotugno” Napoli