Le intolleranze alimentari sono in notevole aumento nella società moderna. Occorre distinguerle dalle allergie, che insorgono rapidamente dopo l’ingestione di una quantità anche minima di cibo, con manifestazioni locali (pizzicore e prurito alle mucose), orticaria, cefalea, rinite e asma, dolori addominali e diarrea, fino ad arrivare a rush cutanei e manifestazioni generali gravi (angioedema e shock anafilattico). Le intolleranze sono invece più difficili da riconoscere, avendo una sintomatologia più lieve e ritardata nel tempo, potendo insorgere anche molte ore dopo il pasto. A differenza delle allergie, le intolleranze sono direttamente proporzionali alla quantità di cibo ingerito: piccole quantità danno disturbi impercettibili, grandi quantità ripetute nel tempo danno disturbi importanti. La sintomatologia delle intolleranze è inoltre molto varia, riguarda prima di tutto il sistema digerente con dolori e gonfiori di stomaco e intestino, alitosi, diarrea o stipsi, afte alle mucose orali ecc, ma anche problemi di pelle come pruriti, orticaria ed eczemi cronici, stanchezza cronica, dolori muscolari e cefalee. L’aumento generalizzato della produzione di muco danneggia non solo l’assorbimento intestinale, ma crea problemi anche in altri distretti, come la maggiore formazione di catarro bronchiale e alle vie aeree superiori (favorendo così tosse, sinusiti e otiti). In molti casi la colite cronica si associa a dolori e spasmi viscerali che coinvolgono la muscolatura della bassa schiena, con una sintomatologia dolorosa che si confonde con eventuali lombalgie. Nella donna l’indebolimento della flora batterica intestinale può anche favorire l’insorgenza candidosi e di cistiti croniche. Le cause possono essere ricondotte ad una predisposizione genetica, a un eccessivo consumo di certi cibi (si creerebbe un accumulo di tossine), a un’alterazione della flora batterica intestinale dovuta a un consumo di cibi poco genuini o ricchi di conservanti e additivi chimici e in ultimo, da non trascurare, le cause psicosomatiche, che vedono crescere le intolleranze alimentari nel mondo occidentale, caratterizzato da una società stressata, nevrotica e intollerante. Vediamo quali sono le più frequenti intolleranze alimentari: Latte e derivati (formaggi latticini ecc.) sono gli alimenti che scatenano più frequentemente intolleranze. Si stima che quasi un terzo della popolazione abbia questo tipo di problema.Lievito di birra: contenuto in pane, pizza e prodotti da forno, Uovo: specialmente il bianco, meno il rossoFrumento: costituente fondamentale di pane e pastaArachidi e noccioleVerdure: cavoliFrutta: Ananas, kiwi.Le cure vanno impostate sulla base delle caratteristiche individuali con una dieta adeguata, dove gli alimenti che scatenano intolleranza vengano limitati o in alcuni casi aboliti, ma è importante curare e rigenerare periodicamente la flora batterica intestinale, disintossicare l’organismo stimolando l’azione digestiva del fegato e modulare l’azione del sistema immunitario con cure specifiche. Nei casi in cui si individui una concausa psicologica può essere molto utile la psicoterapia, l’ipnosi o la pratica dello yoga.
Luigi Torchio
medico chirurgo specializzato in medicina dello sport, agopuntore, omeopata e studioso di medicina naturale.