La malattia può essere il modo utilizzato dalla coscienza per esprimere per comunicarci i nostri errori, per esprimere i nostri disagi, per segnalarci tutto quello che la mente non vuole vedere. La malattia ci obbliga a rallentare i nostri ritmi e attraverso essa dovremmo diventare consapevoli della causa, per digerire e risolvere alla base il meccanismo che l’alimenta. Per questo motivo, l’uso eccessivo dei farmaci può essere deleterio: eliminando solo il sintomo, la coscienza si vedrebbe costretta a manifestare la malattia in maniera cronica, o addirittura aggravando la stessa, fino al momento in cui ci decidiamo a comprendere veramente il suo significato. La strada della consapevolezza delle cause della malattia è tuttavia lunga e difficile, ed è molto più comodo prendere un farmaco, specialmente quando usiamo inconsapevolmente la malattia per avere alcuni vantaggi, per esempio per ottenere più amore ed attenzione dagli altri, per essere meglio accettati, per proteggerci dall’aggressività del mondo, per poter fare quello che ci pare con una scusante socialmente bene accettata. Per comprendere il messaggio della malattia dobbiamo fare alcune riflessioni: per prima cosa dobbiamo verificare cosa sta succedendo nella nostra vita al momento dell’insorgenza della malattia. Potremmo essere semplicemente molto stanchi, oppure stiamo soffrendo per qualche conflitto sul lavoro, in famiglia o, peggio ancora, la vita ci ha magari portato via qualche affetto. Consideriamo poi con molta attenzione quali conseguenze ha sulla nostra vita la malattia, soprattutto che cosa ci impedisce di fare, perché così capiamo molte cose: se un sintomo ci impedisce di fare qualcosa, vuol dire che inconsciamente noi non vogliamo fare quella cosa e attraverso la malattia abbiamo una buona scusa per noi stessi, ottimamente accettata dagli altri. Se un’allergia ci impedisce di uscire, vuol dire che noi non vogliamo uscire, che abbiamo difficoltà a rapportarci e a confrontarci con gli altri e preferiamo ritirarci. Se dopo una separazione compare una menopausa precoce vuol dire che inconsciamente vogliamo chiudere, vogliamo staccarci dalla vita di coppia che ci ha portato solo sofferenze, quindi vuol dire che non abbiamo accettato e smaltito quell’esperienza dolorosa e non abbiamo più intenzione di esporci ad altri rischi. Se la malattia non viene compresa, la coscienza proietta continui aggravamenti fino a che noi riusciamo a terminare questo percorso di comprensione. Il tragitto di aggravamento è pressappoco questo: l’esperienza da cui origina la malattia genera all’inizio un disagio psichico, che noi tendiamo a reprimere ricacciandolo nel corpo: nasce così il sintomo, che se non viene compreso, si trasforma in danno permanente ad un organo od apparato, diventando così una malattia cronica. Se questa situazione permane, specialmente se all’origine c’è un fatto gravissimo, come la morte di un figlio o di una persona amata, la disperazione derivante da questa esperienza non accettata può causare malattie mortali, come il cancro: in questo caso la coscienza esprimerebbe il suo desiderio di morire, proiettando sul corpo una malattia mortale. Appare dunque importantissimo comprendere questi significati e soprattutto accettare le esperienze della nostra vita, le delusioni e le sconfitte. La non accettazione delle nostre esperienze negative, assieme agli errori alimentari e agli abusi, sono la più importante causa di malattia.
Luigi Torchio
Medico chirurgo specializzato in medicina dello sport, agopuntore, omeopata e studioso di medicina naturale