Negli ultimi anni si è assistito ad un sostanziale incremento del ricorso alle tecniche di riproduzione assistita, disciplinate in Italia dalla legge 40 del 2004, per correggere l’infertilità maschile e/o femminile.
Parallelamente a tale fenomeno si registra un maggior tasso di gravidanze gemellari, con aumentati rischi di complicanze materno-fetali(ipertensione e diabete gestazionale, parto prematuro, basso peso alla nascita), ampiamente documentati da studi presenti in Letteratura. La prematurità aumenta, inoltre, il rischio di complicanze neonatali, quali l’emorragia intraventricolare, la sindrome da di stress respiratorio, la sepsi, la retinopatia, raggiungendo percentuali con incidenza variabile tra il 10 e il 40% nei nati da gravidanze plurigemellari; ne consegue che il 48% dei gemelli e il 78% dei trigemini richiede lunghi periodi di ricovero in unità di terapia intensiva. In età pediatrica i nati da gravidanze multiple, che sopravvivono al periodo post natale, hanno un maggior rischio di complicanze nello sviluppo psico-fisico: le complicanze più frequenti compaiono a carico del sistema neurologico e possono variare da lievi anomalie, come ritardo nello sviluppo del linguaggio, a deficit mentali di grado severo.
Si stima che negli Usa ed in Europa il 20-30% delle gravidanze gemellari sia il risultato dell’ ART (assisted reproductive technology) contro una stima intorno all’1% di gravidanze insorte spontaneamente. In Italia il numero delle gravidanze gemellari è attualmente di circa 10 mila ogni anno. All’esame del fenomeno e alle sue complicanze e’ stato dedicato il primo congresso mondiale, tenutosi a Venezia lo scorso aprile, dove si sono incontrati 600 delegati provenienti da 55 nazioni. Problematiche comunemente associate alle gravidanze multiple risultano avere un’incidenza maggiore qualora vi sia stato il ricorso all’ART. Ricercatori britannici, in collaborazione con colleghi australiani, hanno valutato i risultati perinatali e i ricoveri in ospedale dei gemelli nati nell’Australia occidentale tra il 1994 e il 2000, differenziando il gruppo dei nati tramite ART da quello dei neonati da gravidanze ottenute spontaneamente. I dati conclusivi, in linea con la Letteratura precedente, evidenziano un rischio maggiore di risultati perinatali negativi, tra cui la nascita prematura e il basso peso alla nascita per il primo gruppo di studio; inoltre, i gemelli ART presentano il 50% in più di rischio di morte perinatale rispetto ai gemelli appartenenti al secondo gruppo, così come la degenza in reparti di terapia intensiva neonatale corrisponde ad un rischio di due terzi maggiore relativamente ai primi tre anni di vita.
In conclusione, i gemelli rappresentano uno straordinario modello di studio dello sviluppo dell’uomo e del suo comportamento, ma particolare attenzione va posta al loro benessere e a quello della madre in epoca prenatale ed è mandatoria la loro stretta sorveglianza nella vita postnatale.
Bibliografia
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Stefania Triunfo
Dipartimento della tutela della salute della donna e della vita nascente