Il venir meno della attività ovarica e della produzione di estrogeni durante la menopausa è responsabile di manifestazioni cliniche differenti, alcune immediate, altre a lungo termine, che provocano non solo la comparsa della tipica sintomatologia climaterica come le vampate, le sudorazioni notturne, i cambiamenti del tono dell’umore, l’atrofia vaginale e la dispareunia, ma anche una modificazione del metabolismo glico-insulinemico, lipidico, osseo e un aumento del rischio di patologie cardiovascolari.
La donna oggi può vivere serenamente il periodo della menopausa, attuando semplici strategie comportamentali e terapeutiche. L’utilizzo di Terapie Ormonali Sostitutive (TOS) in menopausa è stata una delle strategie terapeutiche migliori fino al 2002. Importanti studi americani (HERS e WHI) hanno messo in discussione la terapia con alti dosaggi. Oggi, la terapia sostitutiva viene consigliata in donne con i sintomi della menopausa e con un’età tra i 50 e 59 anni o in menopausa da meno di 10 anni e può essere effettuata con dosaggi che comportino maggiori benefici rispetto ai rischi.
Basse dosi di estrogeni associate a progestinici di nuova generazione sembrano avere effetti positivi sul controllo della sintomatologia della menopausa, ma anche, sulla pressione arteriosa e sulla reattività endoteliale. Si è, inoltre, osservato che basse dosi di estrogeni a differenza delle dosi standard fino a ora utilizzate, possono determinare un miglioramento del profilo glico-insulinemico e avere un effetto neutrale sul metabolismo lipidico. Anche i fitoestrogeni, molecole naturali utilizzate in alternativa alla classica terapia ormonale della menopausa, nelle donne normoinsulinemiche hanno dimostrato capacità di migliorare il metabolismo glucidico e la reattività vascolare.
Stefania Triunfo
Dipartimento della tutela della salute della donna e della vita nascente