Riconoscimento internazionale per la ricerca scientifica dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II pubblicata sul Journal of American College of Cardiology
Napoli, 12 settembre 2013 – Possibili nuove opportunità di cura per i pazienti affetti da insufficienza cardiaca cronica, meglio conosciuta come scompenso cardiaco, una patologia molto frequente che coinvolge circa un individuo su dieci tra le persone con più di 65 anni. È quanto potrebbe emergere dallo studio realizzato presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II di Napoli e pubblicato sulla prestigiosa rivista internazionale, Journal of American College of Cardiology: Heart Failure.
Nello studio, coordinato da Luigi Saccà, direttore dell’Unità Operativa Complessa di Medicina Interna III, e da Antonio Cittadini, entrambi afferenti al Dipartimento ad Attività Integrata (DAI) di Medicina Interna, Patologia Clinica dell’AOU Federico II, sono stati valutati gli effetti della terapia ormonale con ormone della crescita, noto come GH, nei pazienti con scompenso cardiaco. Nelle prime fasi della vita, il GH promuove l’accrescimento osseo e lo sviluppo fisico dell’organismo, mentre nell’età adulta, tra le numerose azioni svolte, contribuisce al corretto funzionamento del sistema cardiovascolare. La ricerca condotta dall’equipe dell’Azienda federiciana ha valutato se la somministrazione di GH ai pazienti affetti da insufficienza cardiaca cronica, che risultassero contemporaneamente anche affetti da deficit di GH dell’adulto, potesse avere degli effetti benefici. Lo studio ha mostrato risultati molto incoraggianti dopo un periodo di osservazione di 4 anni. “I pazienti che hanno assunto il GH- sottolinea Antonio Cittadini- hanno mostrato un aumento della capacità di esercizio fisico di circa il 50%, un miglioramento della funzione di pompa cardiaca di circa il 33% e sono ricorsi meno all’ospedalizzazione rispetto al gruppo di controllo a cui non è stata somministrata la terapia”. La sperimentazione, condotta interamente all’interno dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II di Napoli, costituisce uno studio preliminare. “Se i dati presentati risultassero confermati su casistiche internazionali più ampie- continua Cittadini- si aprirebbe una nuova prospettiva di miglioramento delle condizioni cliniche dei pazienti con scompenso cardiaco cronico”. I pazienti che hanno assunto il GH, la cui somministrazione si è dimostra sicura e non ha causato effetti collaterali, hanno riferito un significativo miglioramento del proprio benessere fisico, valutato secondo la compilazione anonima di questionari. “Il riconoscimento internazionale ricevuto e la costante attenzione dei nostri professionisti alla ricerca, oltre che alla didattica e all’assistenza- precisa Giovanni Persico, direttore generale dell’Azienda- consentono all’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II di contribuire, attraverso qualificate e multidisciplinari competenze, ad uno dei principali obiettivi della medicina moderna: il miglioramento della qualità della vita dei pazienti affetti da patologie croniche”. La sintesi della ricerca è disponibile sul web magazine dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II di Napoli, http://areacomunicazione.policlinico.unina.it/.