Secondo quanto sostenuto dai ricercatori dello Sbarro Institute for Cancer Research and Molecular Medicine, presso la Temple University, dell Universita degli Studi di Siena e della Seconda Universita’ degli studi Napoli, i due geni oncosoppressori, RB1 ed RB2/p130, potrebbero svolgere un ruolo chiave nel controllo dell’obesità e di altre patologie, come il diabete, le malattie cardiovascolari e il cancro. Lo studio, dal titolo: “Il silenziamento di RB1 e di RB2/p130 durante l’adipogenesi delle cellule staminali del midollo osseo determina un’alterazione del differenziamento”, sarà pubblicato sulla rivista Cell Cycle, nel numero del primo febbraio 2014.
“Abbiamo scoperto che le due proteine della famiglia del retinoblastoma, RB1 ed RB2/p130, hanno un’importanza cruciale per la corretta formazione e funzione del tessuto adiposo del corpo umano” ha dichiarato Antonio Giordano, direttore dello Sbarro Institute, uno dei principali autori dello studio. “Se queste proteine non funzionano in maniera corretta, non sono in grado di controllare lo sviluppo del tessuto adiposo corporeo, che, in tal modo, si forma in maniera continua”. Giordano sostiene che, a differenza di quanto si possa immaginare, il tessuto adiposo non è inerte, bensì molto dinamico ed ha un ruolo di primo piano nella produzione di molecole che influenzano a loro volta l’attività di cellule e tessuti circostanti.
“Molti pensano al tessuto adiposo in termini negativi, in realtà, il tessuto adiposo svolge un ruolo molto importante, producendo molecole che aiutano il midollo osseo a funzionare, a crescere e a produrre le tre tipologie di cellule del sangue: eritrociti, leucociti e piastrine”, ha aggiunto Umberto Galderisi, professore associato della Seconda Università di Napoli e co-autore dello studio. “ma se RB1, o RB2/p130 sono danneggiati, si ha una de regolazione del funzionamento del tessuto adiposo, determinandone una iperproduzione che può alterare la capacità del midollo osseo di generare i tre tipi di cellule del sangue”.
In questo studio i ricercatori sostengono, tra l’altro, che in aggiunta all’alterata “assistenza” alla funzione del midollo osseo nella produzione delle cellule del sangue, la iperproduzione di tessuto adiposo può condurre all’obesità, che è collegata a molte patologie, come il diabete, alcune malattie cardiovascolari, il cancro e, nelle persone anziane, all’anemia.
“Il tessuto adiposo può anche nutrire e sostenere la crescita delle cellule del cancro. In questo modo si può aiutare a comprendere la connessione tra obesità e cancro”, afferma il prof. Giordano, che ha scoperto RB2/p130 nei primi anni 90.
Il prof. Umberto Galderisi, che svolge anche il ruolo di professore aggiunto di biologia alla Temple University, ritiene che la comprensione del meccanismo di regolazione della attività e della vita del midollo spinale, potrebbe favorire lo sviluppo di terapie mirate a ripristinare la funzione propria delle cellule adipose. Queste ultime potrebbero rivelarsi utili anche nel trattamento dell’obesità e delle patologie correlate quali il diabete, le patologie cardiovascolari e il cancro. Allo studio, finanziato dalla Sbarro Health Research Organization, oltre alla Temple University, alla Seconda Università di Napoli, all’Università di Siena, e alla Human Health Foundation Onlus, ha collaborato anche il Commonwealth of Pennsylvania.