Il diabete è una malattia progressiva e spesso le terapie con farmaci orali non sono sufficienti per raggiungere o mantenere un adeguato controllo metabolico e dei molteplici fattori di rischio che fanno da corollario alla malattia. Si impone quindi nel tempo un’intensificazione della terapia e gli agonisti recettoriali del GLP-1 rappresentano una delle classi di farmaci più promettenti da utilizzare quando la Metformina da sola non è più sufficiente per il raggiungimento dei valori target di emoglobina glicosilata come previsto nelle linee guida.
Gli agonisti recettoriali del GLP-1 mimano l’azione degli ormoni incretinici endogeni sia stimolando la secrezione di insulina sia inibendo il rilascio di glucagone con un’azione glucosio dipendente. Conseguentemente, determinano un miglioramento del controllo metabolico e una serie di importanti benefici aggiuntivi quali la riduzione delle ipoglicemie, la riduzione del peso corporeo e della circonferenza vita oltre che il miglioramento dei profili lipidici.
La Semaglutide è un agonista recettoriale del GLP1 prodotta mediante modifiche del peptide GLP-1 nativo con un’omologia strutturale del 94%. Tre importanti modifiche garantiscono alla Semaglutide un’emivita prolungata (165 ore), rendendola adatta alla somministrazione una volta a settimana.
Nella nostra osservazione clinica cinque pazienti obesi affetti da Diabete Mellito tipo 2 che assumevano Metformina e mostravano tutti livelli di HbA1c > 8,5%, mai trattati con incretino-mimetici, hanno aggiunto alla Metformina una iniezione settimanale di Semaglutide a partire da un’ inziale titolazione con una dose di 0,25 mg a settimana per quattro settimane, seguita da una dose di 0,5 mg a settimana per i successivi quattro mesi. Questi soggetti, 3 uomini e 2 donne (di età compresa tra 45 e 62 anni) sono stati monitorati per la valutazione nel breve e lungo termine dei risultati sul compenso glicemico e su altri fattori di rischo cardiovascolare (peso, circonferenza vita, BMI, LDL Colesterolo, Trigliceridi). La bassa titolazione iniziale ha fatto si che non sia comparso alcun effetto collaterale tale da sospendere il trattamento in tutti i soggetti studiati. Per nostra esperienza clinica la terapia con agonisti del GLP1 talora determina in alcuni pazienti nausea legata al fenomeno terapeutico del rallentamento dello svuotamento gastrico indotto da questi farmaci. In questi 5 casi la tollerabilità è stata ottimale, anche in ragione di alcuni suggerimenti forniti ai pazienti in merito alla gestione dei pasti. .Inoltre abbiamo assistito, al termine dei quattro mesi di trattamento e, in maniera stabile, fino a 6 mesi di terapia, ad una riduzione in tutti i soggetti della HbA1c ( 7,7+ 0.9 vs 9,7+ 0.7 ) , del BMI ( 27, 6+ 2.1 vs 29,2 + 1.3 ) con una signìficativa riduzione anche della circonferenza vita e dei Trigliceridi che hanno raggiunto un valore medio 152 mg/dl da un valore medio iniziale di 196 mg/dl. Non si è osservata una significativa riduzione dei livelli di Colesterolo LDL, verosimilmente in relazione al fatto che nessuno dei 5 pazienti ha implementato, nonostante i consigli dati, l’attività fisica, avendo per lo più un habitus di vita sedentario.
La riduzione maggiore dell’HbA1c e del peso corporeo nei pazienti affetti da DMT2 sono stati costantemente rilevati nel corso di tutto il programma di sviluppo clinico SUSTAIN con l’uso di Semaglutide nel confronto con placebo sia in monoterapia, sia in associazione con farmaci ipoglicemizzanti orali o in aggiunta ad insulina basale in generale il trattamento con Semaglutide è stato ben tollerato.
I risultati della nostra osservazione, benchè limitati dall’ esiguità del campione e dall’assenza di un gruppo di confronto appaiono confermare nella pratica clinica queste evidenze e suggeriscono che la Semaglutide abbia un’azione efficace e sicura sul controllo glico-metabolico di pazienti con Diabete Mellito tipo 2 obesi dopo il fallimento della Metformina, svolgendo al contempo effetti favorevoli su importanti indicatori di rischio cardiovascolari quali la circonferenza vita e il livello dei Trigliceridi.
Riteniamo comunque necessario implementare l’aderenza del paziente ad uno stile di vita sano, incentrato sull’attivita’fisica che continua a rappresentare il fondamento terapeutico della malattia diabetica.
Dott. A. Verrillo
Responsabile Ambulatorio di Diabetologia Centro Antidiabetico Campano s.r.l. Avellino