Sebbene la gestione del diabete mellito tipo2 stia migliorando , esistono ancora casi gestiti in modo inadeguato e olistico sull’origine della malattia.
L’educazione e il supporto all’autogestione sono fondamentali quando ci si prende cura delle persone affette da una malattia cronica come il diabete mellito tipo2 (DM2).
Al fine di ottenere un efficacia autogestione, compresa le modifiche dello stile di visita, è anche importante motivare le persone e 3 sono pilastri da tenere in considerazione :
- Responsabilizzazione del Paziente
- Educazione all’autogestione
- Modifica dello stile di Vita.
Va da sè che per armonizzare la gestione di una patologia cronica come il DMT2 vanno integrati la capacità di responsabilizzare il paziente al fine di ottenere modifiche dello stile di vita attraverso una educazione alimentare e motoria, al fine di correggere il sedentarismo e la malnutrizione da eccesso.
Per ottenere questi obiettivi, l’educazione terapeutica del paziente (TPE) è ormai considerato un elemento cruciale , non solo nel trattamento ma anche nella prevenzione del DM2.
È necessario altro lavoro per rispondere a domande aperte riguardanti il paziente:
- Terapia individuale o di gruppo
- I temi da trattare
- La frequenza , il numero di sessioni
- Il tempo di contatto tra educatore e paziente
- Il background degli educatori
- L’uso di nuove tecnologie
A tal proposito è stato dimostrato che l’ empowerment del paziente attraverso un percorso condiviso esplica un effetto positivo sia sulla malattia che sul benessere psicofisico, rendendolo così uno strumento di intervento nella gestione della malattia
Il suo più grande effetto è stato la capacità dei pazienti a formare autonomamente gruppi di esercizio e continuare a mantenere lo stato di salute.
Incoraggiati da questi primi risultati sono stati effettuati sforzi per standardizzare il (PTE) tailorizzando l’intervento dopo targetizzazione del paziente DM2.
Questi primi risultati sono stati un po’ controversi.
Nonostante un maggior supporto all’autonomia e definizione degli obiettivi individuali , in cui l’intervento ha promosso il coinvolgimento dei partecipanti e ha supportato l’esplorazione delle sfide e delle preferenze dei partecipanti, L’intervento non è stato superiore alle cure abituali in termini di controllo glicemico ed emoglobina glicata.
Mentre da questionario SFQL36 sulla Qualità di vita ,ha riportato differenze su alcuni item di questo gruppo vs il controllo.
Globalmente il braccio a cui è stato erogato il TPE è risultato più consapevole e sereno della propria condizione.
Questo aspetto va debitamente considerato visto che i pazienti di patologie croniche con una qualità di vita adeguata restano per più tempo adesi al trattamento farmacologico prescritto favorendo la compliance e mantenuto il risultato nel tempo.
Dott.ssa Annamaria Terracciano
Specialista in Endocrinologia e Malattie del Ricambio