Lo sviluppo di regimi antiretrovirali che fossero ben tollerati e garantissero buona qualità di vita è stata una conquista graduale. La corretta gestione dei problemi metabolici, è divenuta una priorità nel management clinico-terapeutico del paziente con infezione da HIV, in relazione alle problematiche legate all’invecchiamento della PLWH (aumento dell’aspettativa di vita ed insorgenza di comorbidità). Tra i farmaci antiretrovirali ad oggi disponibili, a minore impatto metabolico è particolarmente indicata la doravirina, analogo non nucleosidico della trascrittasi inversa di terza generazione (NNRTI). La doravirina possiede elevata potenza antivirale ed una più alta barriera genetica rispetto agli altri farmaci della stessa classe; sviluppa, infatti, resistenze molto più lentamente e raramente mostrandosi attiva sia sul virus wild-type sia sulle varianti con resistenze agli NNRTI (maggiori K103N, Y181C, G190A). La doravirina presenta un minore impatto metabolico in termini di profilo lipidico e peso corporeo (BMI), fondamentali per la qualità di vita della PLWH,elevata maneggevolezza, in termini di STR, assenza di interazioni con cibo, inibitori di pompa protonica e antiacidi. Sono stati considerati 3 studi: DRIVE-FORWARD (NCT02275780) e DRIVE-AHEAD (NCT02403674), studi randomizzati, in doppio-cieco, di non-inferiorità in PLWH naive, in cui si è dimostrata la non inferiorità della doravirina rispetto a darunavir/ritonavir ed efavirenz in differenti sottopopolazioni, sia demografiche che prognostiche,in particolare HIV-1 RNA al basale (≤ vs >100,000 copie/mL), sesso (maschi vs femmine), razza (bianchi vs Afro Americani), etnicità, e sottotipo (B vs non-B), fornendo una valida alternativa terapeutica in PLWH naive. Tra le PLWH naive nessuno dei fattori analizzati ha mostrato un’associazione statistica con perdita di peso o peso stabile.Nello studio DRIVE-SHIFT (NCT02397096), studio randomizzato, in aperto, di non-inferiorità in PLWH virologicamente soppressi in un regime antiretrovirale stabile da ≥6 mesi, è stato, invece, dimostrato come lo switch a doravirina/lamivudina/tenofovir disoproxil fumarato garantisca una stabile soppressione virale; senza alcuna evidenza di incremento ponderale né alterazioni del profilo lipidico, pertanto la coformulazione risulta interessante nello switch per problemi metabolici o weight gain.
In conclusione, nel loro insieme, gli studi DRIVE hanno dimostrato che l’efficacia e il buon profilo di safety di doravirina possono distinguerla da altri regimi, rendendola, in entrambe le formulazioni, una valida alternativa terapeutica per molte tipologie di pazienti. Tra i soggetti con successo virologico e passati alla terapia con DOR nei 3 RCT i fattori associati a perdita di peso o peso stabile sono stati genere femminile, etnia non caucasica ed il passaggio dai regimi PI-boosted.
Dott. Elio Manzillo
UOC Immunodeficienze e malattie dell’immigrazione
Azienda Ospedaliera “Dei colli” (Ospedale D.Cotugno) – Napoli