L’infezione da HIV rappresenta una delle sfide più significative per il sistema sanitario. Un aspetto particolare di questa epidemia è rappresentato dai “late presenters“, pazienti con diagnosi di HIV in stadio avanzato di infezione. Questa categoria si trova a fronteggiare non solo il virus dell’HIV, ma anche le sue complicanze, che possono includere una serie di infezioni opportunistiche con conseguente ridotta aspettativa di vita.
Il trattamento antiretrovirale di prima linea nei late presenters è un processo complesso che richiede un approccio personalizzato riconoscendo che ogni paziente rappresenta una storia unica. Secondo le stime globali, una quota discreta di nuove diagnosi di HIV avviene tardivamente. Questa situazione è particolarmente grave in alcune aree geografiche e in certi gruppi demografici, dove l’accesso limitato all’assistenza sanitaria, la stigmatizzazione sociale e la mancanza di consapevolezza sono fattori che contribuiscono a ritardare la diagnosi e, di conseguenza, l’avvio della terapia antiretrovirale (ART).
I pazienti late presenters affrontano maggiori rischi di complicanze gravi e di mortalità rispetto a coloro che ricevono una diagnosi e iniziano il trattamento precocemente. Infezioni opportunistiche, come la pneumocistosi polmonare o la tubercolosi, sono più comuni e possono essere particolarmente severe. Inoltre, la risposta immunitaria compromessa può rendere più difficile il controllo dell’infezione da HIV e di altre comorbidità. Per i late presenters, la diagnosi tardiva può significare una prognosi più incerta, con impatti negativi sulla qualità e sull’aspettativa di vita e sulla salute mentale. In questo contesto, è cruciale rafforzare le strategie di prevenzione e screening per identificare precocemente i casi di HIV e iniziare tempestivamente le terapie. La diagnosi precoce non solo migliora i risultati clinici per i pazienti ma riduce anche la trasmissione del virus nella comunità. La terapia antiretrovirale (ART) nel trattamento dell’infezione da HIV, oltre a prevenire la diffusione del virus, ha come obiettivo principale la virosoppressione, il miglioramento e la preservazione della funzione immunitaria, la riduzione la morbilità e della mortalità HIV correlate. La scelta dei regimi ART di prima linea nei late presenters deve essere guidata da vari fattori, inclusa la presenza di eventuali resistenze ai farmaci, gli effetti collaterali, le comorbidità e le interazioni farmacologiche. I regimi raccomandati includono una combinazione di farmaci di diverse classi, come gli inibitori della trascrittasi inversa, gli inibitori dell’integrasi e, in alcuni casi, gli inibitori delle proteasi.
In conclusione, la terapia antiretrovirale nei late presenters richiede una strategia ben pianificata e personalizzata. La selezione accurata dei farmaci, la gestione delle comorbidità e delle resistenze ai farmaci, e un monitoraggio attento sono essenziali per garantire il miglior risultato possibile per questi pazienti. L’efficacia del trattamento dell’HIV nei pazienti late presenters dipende significativamente da un approccio personalizzato, che tenga conto delle specificità di ciascun individuo. Un piano di trattamento personalizzato è fondamentale per ottimizzare i risultati terapeutici, gestire le comorbidità e migliorare la qualità della vita del paziente.
Dott. Elio Manzillo
UOC Immunodeficienze e malattie dell’immigrazione
Azienda Ospedaliera “Dei colli” (Ospedale D.Cotugno) – Napoli