Le medicine e le pratiche non convenzionali” ritenute in Italia come rilevanti da un punto di vista sociale sia sulla base delle indicazioni della Risoluzione n. 75 del Parlamento europeo del 29/5/97 e della Risoluzione n. 1206 del Consiglio d’Europa del 4/11/99 che sulla base della maggiore frequenza di ricorso ad alcune di esse da parte dei cittadini oltre che degli indirizzi medici non convenzionali affermatisi in Europa, negli ultimi decenni, sono: Agopuntura, Fitoterapia, Medicina Ayurvedica, Medicina Antroposofica, Medicina Omeopatica, Medicina Tradizionale cinese, Omotossicologia, Osteopatia, Chiropratica. Tutte queste pratiche hanno in comune il fatto di considerare il malato e non la malattia a differenza della medicina Allopatica (detta anche Accademica o tradizionale) che è riuscita a parcellizzare l’uomo in tantissime e microscopiche specialità che non sempre concordano! Oggi all’inizio del terzo millennio, dove le nanotecnologie e le indagini ultrasofisticate la fanno da padrone, dove è diventato difficile trovare un medico che utilizzi la “clinica” prima delle indagini, dove i farmaci sempre più costosi e sempre più tossici sono diventati la normalità , sempre di più le persone decidono di rivolgersi a metodi di cura diversi. Una volta questi percorsi diagnostico-terapeutici (perché di questo si tratta) venivano ingiustamente ed erroneamente definiti “alternativi”, oggi molto più semplicemente vengono definiti“ non convenzionali. Tra queste discipline l’Omeopatia e l’Omotossicologia, l’Agopuntura e la Medicina Tradizionale Cinese rappresentano le maggiormente utilizzate dai medici e dai pazienti. Questi percorsi terapeutici pur se apprezzati da moltissimi pazienti (in Italia si stima che circa il 10% dei pazienti si rivolge a pratiche non convenzionali) sono avversati a volte in modo veramente “viscerale” dalla cosiddetta medicina accademica; ovviamente i maggiori detrattori sono quelli meno informati sulle metodologie non convenzionali! Il perché di questa avversione, oltre all’ignoranza (della materia!) ha origini a mio parere, molto più antiche e per darne conto bisogna fare qualche passo indietro. Bisogna spostarsi a Lipsia ,in un giorno qualunque del 1789 nell’ambulatorio di Christian Friedrich Samuel Hahnemann, uno dei più famosi medici della città e forse della Sassonia, che improvvisamente affacciandosi alla porta della sala d’attesa e pronuncia la frase che ritengo abbia creato un baratro tra la medicina accademica e quella che sarà l’Omeopatia. “…amici miei, potete andarvene da qui, io non so alleviare le vostre sofferenze, non sono capace di guarirvi e non voglio quindi rubare il vostro denaro”; questa frase, pronunciata da un valente rappresentante dell’allora medicina accademica, faceva chiaramente intendere che il valore delle usuali terapie fondate su emetici, purganti, sanguisughe e salassi era di fatto inesistente, e questo non fu affatto gradito ai medici che facevano fortuna prescrivendo quelle inutili terapie. Questo comportamento non deve lasciare perplessi e si inserisce perfettamente nel travaglio culturale settecentesco. Erano gli anni delle grandi rivoluzioni sia nel campo politico che di quello medico e che porteranno al positivismo ottocentesco.
A. Polito
Membro board scientifico nazionale SNAMID per le Medicine non Convenzionali