L’ospedale ospitale: il gioco di parole racchiude il messaggio che l’azienda ospedaliera Cotugno ha voluto diffondere, con un video e un Dvd, al forum della Comunicazione pubblica che si è concluso di recente a Bologna. Il polo infettivologico campano – unica struttura sanitaria campana ad aver partecipato alla kermesse bolognese – ha anche incassato un premio per la qualità della comunicazione.
Il video: nove minuti serrati di suoni, immagini e parole. Si dipana attorno a un filo rosso: il fragore di un bicchiere di vetro che cade e terra e si infrange. Il segno e il messaggio di un sistema da cambiare. Spezzoni di film e racconti di vita vissuta per rappresentare un modello, consolidato, di rapporto tra strutture sanitarie, medici e pazienti. “Un modello – sottolinea il manager del Cotugno Antonio Giordano – che non risponde più alle aspettative e alle esigenze di chi vede irrompere nella propria esistenza una malattia cronica, che non guarisce o invalidante e spesso mortale”. L’obiettivo è rappresentare il vissuto del paziente che da cittadino diventa malato e si affida al servizio sanitario per cure, diagnosi e assistenza sui diversi livelli esistenziali che lo colpiscono ma che riceve solo risposte dal punto di vista tecnico e che viene completamente trascurato nelle proprie emozioni e nel vissuto che la malattia porta con sé. “E’ questo l’errore del sistema – aggiunge Antonio Giordano – la mancanza di relazione vera tra medici, persone che curano, e pazienti, ossia altre persone che però sono ammalate”. E’ questo il filo rosso che fa da collante e accompagna il messaggio video e audio contenuto nel Dvd realizzato dal Cotugno e presentato al forum della comunicazione. La comunicazione in Sanità ? “E’ il quinto livello dell’assistenza sanitaria dopo la prevenzione, la diagnosi, la cura e la riabilitazione – secondo Giuseppe Nardini responsabile della Psichiatria del Cotugno che ha realizzato il Dvd — perché comunicare efficacemente in Sanità significa informare sui servizi e le prestazioni offerte agli utenti, ma anche costruire, negli operatori e nei cittadini utenti, il senso di appartenenza e di partecipazione per stabilire un rapporto tra le parti in gioco basato sulla fiducia e sull’ascolto reciproco”. Il tema – l’umanizzazione dei servizi ospedalieri – era già stato affrontato dal Cotugno nella scorsa primavera, nel corso del convegno “Sulla propria pelle, io medico io paziente” in cui sono intervenuti alcuni illustri clinici italiani minati da malattie croniche e inguaribili i quali, nel raccontare la propria esperienza, hanno puntato il dito sulle carenze del Servizio sanitario. Carenze che, in particolare si concentrano nei luoghi deputati alle cure intensive quali sono gli ospedali. Medici malati per curare la sanità malata: fra essi Giovanni Bonadonna, Francesco Sartori, Mario Melazzini e Zaira Margiacchi sono di recente stati chiamati dal ministro della Salute Livia Turco alla costituzione di una commissione per la riforma del servizio sanitario nazionale. “Oggi ci confrontiamo ancora con la punta di un iceberg – conclude il manager del Cotugno – ma domani, quando gli anziani saranno un esercito e il nodo delle delle patologie croniche sarà inestricabile, bisognerà per forza fare i conti con un sistema che non è tarato sui reali bisogni”.
Mautone
addetto stampa Ospedale Cotugno — Napoli