Secondo la Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) le malattie reumatiche rappresentano la metà delle patologie croniche che colpiscono la popolazione sopra dei 65 anni. In Italia si stima che oltre 5 milioni di persone siano affette da patologie reumatologiche e di queste circa un quinto siano forme disabilitanti e severe.
Si conta che circa 300.000 persone siano affette da Artrite Reumatoide (AR); che vengano diagnosticati dai 12.000 ai 24.000 nuovi casi ogni anno con predilezione del sesso femminile (75% donne).
Perdita di autosufficienza, compromissione della qualità̀ di vita ed elevati costi sociali ed economici sono gli indicatori più̀ importanti dell’impatto sociale di questa patologia.
La cura dell’AR si basa sulla somministrazione, il più precocemente possibile, di farmaci capaci di ridurre non solo i sintomi clinici della malattia, ma soprattutto in grado di bloccare e ancor più prevenire i danni strutturali delle articolazioni, che altrimenti subirebbero danni permanenti e irreparabili con conseguente disabilità.
I farmaci biologici che agiscono specificatamente sui fattori che determinano l’infiammazione e il danno articolare devono talvolta essere somministrati presso strutture reumatologiche ospedaliere con diverse problematiche che possono compromettere l’aderenza al trattamento, condizione indispensabile per il successo terapeutico.
Le recenti raccomandazioni EULAR (Società Europea di Reumatologia) e della task force internazionale per la gestione dell’AR hanno evidenziato l’importanza del Tight Control, ovvero stretto controllo del paziente affetto da AR inteso come monitoraggio dei dati clinici, laboratoristi e strumentali. Purtroppo però, nella pratica clinica, questo stretto monitoraggio è spesso disatteso per problematiche intrinseche alla modalità di somministrazione stessa dei farmaci, che possono essere somministrati per via infusiva presso strutture reumatologiche ospedaliere o da parte del paziente attraverso auto-iniezioni sottocutanee presso il proprio domicilio.
Per la terapia infusionale può essere difficile rispettare gli intervalli di tempo previsti tra le diverse somministrazioni a causa dell’affollamento delle strutture ospedaliere, della carenza di personale infermieristico, delle difficoltà per i pazienti di raggiungere la sede ospedaliera in termini di km da percorrere ogni giorni e della perdità di giornate lavorative dei singoli pazienti e/o dei loro caregiver. In caso di terapia sottocutanea domiciliare l’aderenza alla terapia può essere, invece, compromessa dalla scarsa abilità del paziente ad auto-somministrarsi il farmaco, dalla dimenticanza (a volte anche volontaria) di dover fare il farmaco e dall’assenza in famiglia di qualcuno che possa eseguire materialmente la somministrazione con conseguente spesa economica per un infermiere specifico. Tutto questo condiziona la aderenza terapeutica con mancato raggiungimento degli obiettivi clinici e allo stesso tempo comporta un aumento dei costi indiretti, specie di quelli riconducibili alla compromissione della capacità lavorativa e della produttività di coloro che non seguono un adeguato protocollo terapeutico.
Per ridurre questi rischi sono da tempo disponibili programmi di Disease Management quali:
- SuSTAin, servizio di somministrazione territoriale di un farmaco biologico infusionale per l’AR in un centro vicino o presso il domicilio del paziente.
- DediCare, servizio educazionale sull’auto-somministrazione di un farmaco biologico sottocutaneo a domicilio.
Questi progetti prevedono un’assistenza al paziente continuativa che, oltre al supporto all’autosomministrazione del farmaco, favorisce il costante monitoraggio dell’evoluzione della malattia, attraverso la condivisione di informazioni cliniche dal paziente al centro di reumatologia, raccolte con l’ausilio di moderni supporti informatici (apps, web tool).
Aiutano quindi a tradurre in pratica la strategia del Tight Control migliorando, dal punto di vista del paziente la sua aderenza al percorso di cura e il suo livello di soddisfazione. Dal punto di vista del clinico, l’esecuzione e la tempestività del monitoraggio consentono un conseguente impatto positivo sugli outcome della terapia.
Le cure sanitarie a domicilio e la capillarizzazione degli interventi di sostegno alle persone con patologie croniche sono ormai il nucleo della riforma del SSN.
Il programma SuSTAin da diversi anni permette ai Centri di Reumatologia di erogare le infusioni di Abatacept a domicilio o presso Centri Infusionali Dedicati contestualmente a visite ad hoc (approccio Tight Control/costante monitoraggio clinico) effettuate da un reumatologo del Centro Clinico che mensilmente visita i pazienti del Programma.
Durante le visite vengono altresì̀ raccolti dati e parametri clinici che il Reumatologo, con l’ausilio di un tablet, trasferisce direttamente sul Portale della struttura ospedaliera che ha in carico il Paziente.
Grazie al Programma SuSTAin è stato calcolato un risparmio medio a Paziente, su base annua, di circa 700 Euro identificati in costi diretti, quali spostamenti, uso dell’autovettura, parcheggi, giorni di lavoro, accompagnamento del caregiver, etc.
Il programma SuSTAin – sviluppato in collaborazione con l’Agenzia di Sanità Pubblica (ASP), con l’Area politiche del farmaco della Regione Lazio e con l’Agenzia Regionale Sanitaria (ARES) della Regione Puglia – è stato valutato attraverso la raccolta e l’analisi di numerosi dati:
- Novembre 2010 e Novembre 2013 sono state incluse nel programma oltre 100 persone, per un totale di più di 1.350 infusioni domiciliari effettuate,
- l’aderenza alla terapia è stata del 100%, rispetto al 93% che solitamente si registra nel caso di infusioni presso i Centri reumatologici.
- risparmio in termini di tempi di spostamento e di attesa al centro di reumatologia, pari a 150 min per infusione e circa 390€ per infusione all’anno (30 euro per infusione) il soggetto interessato non deve recarsi al Centro reumatologico ove è seguito e non deve attendere per eseguire il trattamento .
- risparmio in termini di prestazioni lavorative che ammonta a 52 € per infusione per i pazienti e i caregivers (monetizzazione media delle ore di lavoro perse dalla persona in cura e dagli eventuali accompagnatori nel caso in cui l’infusione non viene deospedalizzati.)
- Ha migliorato la qualità della vita dei pazienti in quanto:
- facilita il rapporto con la terapia,
- facilita l’organizzazione delle infusioni
- limita fortemente i disagi dovuti ad una malattia cronica e invalidante.
Il Programma DediCare ha i seguenti obiettivi:
- Supportare il Centro Ospedaliero tramite una società di Servizi Sanitari Domiciliari nell’offrire al paziente in terapia con abatacept sc:
- un percorso educazionale di autosomministrazione e di condivisione sull’importanza dell’aderenza alla terapia presso il proprio domicilio con personale infermieristico specializzato;
- un Contact Center (non medico ma organizzativo e di reminder per le somministrazioni ) che aiuti a favorire l’aderenza alla terapia.
- Supportare il Centro Ospedaliero nell’applicazione del Tight Control, in linea con le raccomandazioni internazionali, per fornire, tramite un Web Tool, la possibilità di:
- raccogliere al domicilio dei pazienti i PROs (patient report outcomes) ed i CROs (clinical report outcomes);
- ottimizzare il tempo durante la visita di controllo avendo già a disposizione CROs e PROs;
La possibilità per il clinico di “controllare” il paziente affetto da AR trattato con farmaci biologici SC attraverso un training adeguato sull’auto-somministrazione, un servizio di reminder della terapia e un web-tool per ricevere mensilmente i dati di autovalutazione del paziente, può rappresentare un valido supporto per :
- Favorire una maggiore aderenza al trattamento
- Effettuare il tight control (1-3 mesi, da raccomandazioni EULAR)
- Ottimizzare il tempo dedicato alla visita di controllo
Il Programma:
- Ha migliorato la qualità della vita dei pazienti in quanto:
- facilita il rapporto con la terapia,
- facilita l’organizzazione delle somministrazioni sc
- limita fortemente i disagi dovuti ad una malattia cronica e invalidante.
- Ha aumentato la compliance dei pazienti portandola 100%
- Ha ottimizzato il tempo visita apportando benefici economici
L.Quarta
U.O. Reumatologia
P.O. “V. Fazzi” Lecce