Oggi questo intervento è codificato in maniera precisa e personalizzata; per ogni paziente il chirurgo plastico esperto deve trovare la protesi adatta per forma e volume, e la via preferibile (sottoghiandolare nel 70-80% dei casi, sottomuscolare nel 20-30% dei casi, quando i tessuti sono molto scarsi e non coprono bene la protesi)
COME AVVIENE L’INTERVENTO
Si effettuano gli esami preoperatori (esami del sangue rx torace ed ecg).
Ci si reca in clinica al mattino, a stomaco vuoto.
L’operazione avviene in anestesia generale superficiale e dura circa due ore. Il risveglio è tranquillo, come dopo un sonno normale. Si lascia la clinica dopo qualche ora con una medicazione leggermente compressiva;la sera si può consumare un pasto leggero.
Per qualche giorno si effettua una terapia antibiotica domiciliare e si evitano sforzi con le braccia.
PROTESI MAMMARIE: ANATOMICHE O ROTONDE?
Sin dagli anni ‘60, in Chirurgia estetica e ricostruttiva, si discute su vantaggi e svantaggi delle diverse protesi per il seno. Da allora, le protesi mammarie hanno subito una progressiva evoluzione delle caratteristiche morfologico-strutturali al fine di permettere il raggiungimento di un risultato estetico sempre più naturale. In questo scenario ci siamo proposti di effettuare una revisione della nostra casistica dal 1990 a oggi, sull’utilizzo di protesi rotonde e anatomiche, mettendole a confronto per valutarne pregi e difetti. Le protesi anatomiche sono comparse in Europa sin dalla fine degli anni ‘80. Il loro utilizzo ha trovato subito seguaci e denigratori e, dopo una momentanea scomparsa, sono state reintrodotte agli inizi degli anni ‘90 con nuove forme e nuovi materiali. I sostenitori delle protesi anatomiche hanno sempre messo in evidenza una serie di potenziali vantaggi: dalla forma più naturale; alla maggiore sicurezza ai molteplici modelli. A loro volta, i sostenitori delle Protesi rotonde invocano risultati estetici sovrapponibili, ma con un maggiore rischio di rotazione della protesi anatomica con conseguente deformità . Abbiamo iniziato a utilizzare protesi anatomiche agli inizi del 2000 quando esse hanno iniziato a rappresentare gli strumenti di prima scelta nella maggioranza delle mastoplastiche additive. Come anticipato il rischio principale di complicanza legato alle protesi anatomiche è la rotazione. Una evenienza che nella nostra casistica si e’ verificata raramente . Alla luce di questi dati e in considerazione della tesi sostenuta dai fautori delle protesi rotonde, secondo cui ci sarebbe un’assoluta sovrapponibilità dei risultati ottenibili, abbiamo sottoposto due gruppi di pazienti a un test di gradimento. Nel primo gruppo, composto da 54 donne di età compresa fra i 18 e 50 anni, sottoposte a impianto di anatomiche ed un secondo di 18 casi con rotonde. Lo studio ha valutato su una scala da 0 a 10, i seguenti parametri: gradimento della forma, delle dimensioni e un giudizio complessivo. La grande maggioranza delle pazienti del primo gruppo ha dato un ottimo giudizio e un forte apprezzamento dell’impianto anatomico applicato, (48 soggetti hanno espresso un punteggio fra 8-10), mentre le donne incluse nel secondo campione, hanno dato mediamente punteggi leggermente più bassi. Naturalmente ci sono dei casi in cui la indicazione è sicuramente per la protesi rotonda ; si tratta di mammelle già di discreto volume per cui è richiesto un incremento di 1 o 2 taglie.
Carmine Martino
Specialista in Chirurgia Plastica Socio SICPRE (Società Italiana di Chirurgia Plastica)