L’indifferenza che si manifesta spesso di fronte agli handicap fisici e mentali, deve farci riflettere per affrontare nella maniera adeguata le malattie neurologiche e psichiatriche. L’accoglienza, l’assistenza e la socializzazione rivolta alle persone anziane affette da demenza, sono sicuramente un problema che sempre di più sta interessando la società attuale, che presenta un’aspettativa di vita che tende a dilatarsi ancora.
E’ fondamentale, pertanto, la diffusione della conoscenza delle malattie. Quest’opera è svolta da associazioni del settore, sorte proprio per difendere i diritti dei malati e portare sostegno alle persone che vedono stravolgere la vita dell’intera famiglia, assistendo i propri cari come nel caso della malattia di Alzheimer. Ci piace citare – tra le tante che in Italia si prodigano per questa patologia, con iniziative, convegni, corsi finalizzati all’assistenza di qualità del malato – l’Associazione Malati Alzheimer e Telefono Alzheimer Umbria (A.M.A.T.A. Umbria), con sede a Perugia, il cui presidente è la Dott. ssa Annalisa Longo, salernitana di origine.
Credo che l’attività di sensibilizzazione debba essere rivolta soprattutto ai giovani, in maniera che si possa creare la consapevolezza che le persone anziane, questi nostri nonni debbano essere aiutati e accuditi durante un periodo della vita così difficile e irto di ostacoli. I nonni e la loro dolce voglia di abbracciare i nipoti con i loro occhi lucidi, pieni di rugiada ci donano freschezza senza niente in cambio. Ci riempiono la vita di storie e di pensieri. Cantano i sogni, colorati di rosa. Hanno fede nella nostra forza, ci ricordano i doveri col loro carico di esempi. Hanno sempre pronto il sorriso per ammansire i duri. Vogliono le nostre carezze più che i nostri doni. Risulta impellente coinvolgere sempre più i giovani, riponendo in essi la speranza per un futuro migliore. Sarete voi con il vostro entusiasmo e coraggio a dire no al suicidio dell’umanità . Siate uniti e utili, premurosi e pazienti, mai egoisti e avidi, per amare la povera gente, non disprezzando i rom, i disadattati, i malati di mente, gli emarginati, condividendo il loro dramma. Aiutate il prossimo, fiducioso, che tende la mano, in cerca d’amore, bisognoso d’affetto. Per tutto questo, la magia della vita è tutta in un semplice gesto d’amore. “Amando salverete il mondo!”, così Raoul Follereau si esprimeva rivolgendosi ai giovani. L’umanizzazione della cura e della salute, i cardini della missione di Papa San Celestino V e di San Camillo De Lellis, e che trovavano spazio già nella Scuola Medica Salernitana, dovrebbero essere ancora oggi alla base dell’attività degli operatori sanitari. Il malato deve essere visto nella sua interezza di mente, corpo, spirito, senza tralasciare l’ambiente in cui vive. E’ l’intento primario che deve coinvolgere tutte le connotazioni emozionali del medico che si avvicina alla sofferenza dei pazienti col proprio bagaglio di sentimenti, sogni, capacità professionali per “confortare sempre, curare spesso, guarire quanto più è possibile!”.
Antonino Picciano
medico esperto in omeopatia,