La perdita dei denti è prima di tufo la perdita del proprio sorriso. L’obiettivo degli odontoiatri è quello di evitare ai propri pazienti il ricorso alle protesi mobili – da sempre causa di disagi psicologici ed impedimenti sociali – che siano totali o parziali, in metallo o in resina. Oggi, grazie all’ implantologia, anche quando si perdono tutti i denti, a causa della malattia parodontale (chiamata anche piorrea) o di carie che distruggono i denti naturali e i pilastri dei ponti, è possibile costruire delle protesi fisse che restituiscano non solo il sorriso, ma anche il piacere di mangiare e di parlare correttamente. Nell’ultimo decennio la ricerca ci ha messo a disposizione materiali e tecniche sempre più efficaci, così da rendere possibili interventi della durata di pochi minuti senza uso di bisturi e di punti, oppure interventi di più lunga durata in sedazione cosciente, in entrambi i casi con ottimi risultati. Nell’ambito della chirurgia implantare esistono diverse soluzioni:
– Chirurgia senza lembo: se vi è osso sufficiente si procede senza incidere i tessuti facendo un foro di soli 3 millimetri nella gengiva attraverso il quale si introduce l’impianto nell’osso, il tutto in pochi minuti e con poche gocce di anestesia.
– Chirurgia post-estrattiva: in caso di estrazione di uno o più denti si può sostituire immediatamente la radice persa con un impianto e spesso ricorrere nella stessa seduta, se il dente estratto è in zona estetica, alla funzione immediata; si può quindi connettere all’impianto inserito nell’osso un dente in resina bianca che sostituisca quello appena estratto conservando l’estetica del sorriso.
– Chirurgia rigenerativa: nei casi di osso insufficiente, si posizionano gli impianti in posizione corretta (dove erano i denti da sostituire) facendo ricrescere l’osso perduto intorno agli impianti.
Il metodo è indolore e genera solo un lieve gonfiore perfettamente controllabile con assunzione di farmaci specifici per alcuni giorni.
– Rialzo del pavimento del seno mascellare: a causa della perdita dei molari superiori e della tendenza del seno mascellare ad espandersi, spesso non vi è osso sufficiente per mettere gli impianti postero-superiori. L’intervento consiste nel creare spazio al di sotto della membrana di rivestimento della cavità sinusale, inserendo dei materiali con proprietà osteo induttive che, in sei mesi, si trasformano in osso adatto a ricevere degli impianti. àˆ un intervento a torto temuto dai pazienti. L’esperienza clinica e l’uso di un bisturi ad ultrasuoni hanno portato infatti le percentuali di successo al 99%.
– Chirurgia ossea con innesti: in caso di forti atrofie ossee per traumi o per edentule di vecchia data, si ricorre alla rigenerazione ossea prima di inserire impianti. Questi sono gli interventi più complessi, che comunque solo in pochi casi richiedono l’anestesia totale e i prelievi da altre sedi, come l’anca.
– Chirurgia estetica: è la corretta gestione chirurgica dei tessuti molli intorno ai denti ed agli impianti che conferisce alla protesi un aspetto naturale. Abbinata all’uso di corona in ceramica integrale, consente di avere rico¬perture di denti o impianti perfettamente mimetizzate e non distinguibili dai denti naturali.
– Chirurgia assistita dal computer: è l’acquisizione più recente e rivoluzionaria. Grazie ad una doppia scansione Tac e ad un sofisticato software si crea un modello in tre dimensioni dell’osso del paziente e della sua futura protesi. Si pianifica la posizione degli impianti e, grazie ad una guida chirurgica in resina, è possibile inserire fino a otto impianti in meno di un’ora e consegnare al paziente una protesi fissa nella stessa giornata senza alcun dolore.
Dr. Antonio Norcia
Chirurgia rigenerativa avanzata implantare