Esso rappresenta la prima causa di morteper le donne di età compresa tra i 35 e i55 anni e la seconda causa di morte perle donne in generale. Il rischio di tumoremammario in Italia aumenta rapidamentecon l’età , raggiungendo un tasso annuosuperiore ai 150 casi per 100.000 donne inepoca menopausale, per poi continuare acrescere, più lentamente, fino a tarda età .L’alta mortalità del cancro della mammellaha accentrato l’attenzione sulla prevenzionee sull’identificazione dei fattori cheprecedono la sua insorgenza. Il cancroinvasivo della mammella può svilupparsigradualmente da specifiche lesioni cancerosedefinite microscopicamente; tali lesionisono relativamente comuni e solo unapiccola parte di esse sembra evolvere incancro della mammella invasivo. L’identificazionedi anomalie biologiche e geneticheche annunciano l’evoluzione verso il cancroinvasivo, potrebbe dare la possibilità diintervenire prima dell’avanzamento stesso.I fattori genetici che partecipano potenzialmenteall’avanzamento delle lesionipremaligne fino al cancro della mammellaincludono ad esempio geni coinvolti nellatransduzione dei segnali quali i recettori ormonalie oncogeni. Sono anche analizzatigeni che sono specificamente inattivati nellemalignità , i geni di soppressione tumorale.Il gene più studiato nel cancro della mammellaè ERBB2 (conosciuto anche comec-erbB2 HER2, oppure c-neu). Nonostanteperò la ricerca scientifica abbia prodottonell’ultimo decennio molte informazionisui meccanismi molecolari e biochimiciresponsabili della proliferazione, del differenziamentoe dei processi di riparazionedel DNA delle cellule, la cura delle neoplasiemaligne è ancora basata sull’impiego difarmaci chemioterapici citotossici, la cuiazione mira a danneggiare il DNA e ad inibirela duplicazione cellulare provocandola morte sia delle cellule tumorali sia dellecellule normali in fase di replicazione. Questanon specificità d’azione dei chemioterapiciè alla base della considerevole tossicità che segue alla loro somministrazione e simanifesta generalmente con mielosoppressione,mucosite, alopecia, astenia, alterazionidelle funzioni cardiache, neurologicherenali e gastroenteriche. Solo recentementesi è arrivati a terapie basate sull’impiego diagenti citostatici ad azione specifica quali,ad esempio anticorpi monoclonali diretti aldominio extracellulare del recettore HER-2.La ricerca nel campo della terapia biologicasi rivolge quindi allo studio di farmaciche siano al tempo stesso più specifici, cioèche colpiscano solamente le cellule neoplastiche,e più naturali, cioè che agiscanoper esempio mimando l’azione del sistemaimmunitario.La terapia biologica ha raggiunto untraguardo importante proprio con l’immissionein commercio del primo anticorpomonoclonale per il trattamento del tumoredella mammella.Il trastuzumab (Herceptin) è un anticorpomonoclonale ricombinante umanizzato,con elevata affinità di legame per la proteinac-erB2 (nota come HER-2) alla quale silega.
R. De Marco
Farmacista