L’evento del 18/19 Aprile scorso, tenutosi presso l’Auditorium Santae Mariae Assunctae di Sperlonga (Lt), è il risultato della perfetta sinergia instauratasi tra il Collegio IPASVI di Latina ed il Corso di Laurea in Infermieristica “R”, dell’Università degli Studi di Roma “Sapienza”, Polo Pontino, sede di Terracina. Nella stupenda cornice della Riviera di Ulisse, il Corso di Aggiornamento, dal titolo “La Nuova Figura dell’Infermiere nel Sistema Integrato dell’Emergenza”, è stata l’occasione per discutere delle interessanti prospettive, che all’interno del pianeta sanità italiano e pontino, si aprono alla nuova figura dell’Infermiere. Nel corso degli anni novanta l’infermieristica italiana è stata protagonista di una autentica rivoluzione copernicana, che ha interessato sia il percorso normativo, che l’iter formativo. Tale percorso si è attivato in modo virtuoso con il D.M. 739/94, con il quale si è tracciato il nuovo Profilo Professionale dell’Infermiere che, nei suoi punti chiave, sancisce che: “L’infermiere: a) Partecipa all’identificazione dei bisogni di salute della persona e della collettività ;b) Identifica i bisogni di assistenza infermieristica della persona e della collettività e formula i relativi obiettivi;c) Pianifica, gestisce e valuta l’intervento assistenziale infermieristico;d) Garantisce la corretta applicazione delle prescrizioni diagnostico-terapeutiche;…”Questo iter, durante l’anno ’99, è stato ulteriormente integrato con la pubblicazione del nuovo Codice Deontologico dell’Infermiere, strutturato in sette articoli, di chiara matrice ed ispirazione personalistica. Questo nuovo documento, oltre a riproporre aspetti e spunti già annoverati nel citato D.M. 739/94, affronta, in modo articolato e complesso, tematiche eticamente sensibili e non sempre facilmente dirimibili come l’eutanasia, l’accanimento terapeutico, la donazione di organi, la contenzione fisica e farmacologica, la fecondazione assistita, l’aborto, il diritto all’obiezione di coscienza. Argomenti oggetto, nell’anno corrente, anche alla luce dei recenti ed inarrestabili progressi delle bio-tecnologie, di una ulteriore revisione, con cui gli infermieri si sono pronunciati inequivocabilmente a favore della vita. Con la Legge n. 42 del 26/2/99 si sono definiti inoltre due importanti elementi della vita professionale dell’infermiere:a)la sostituzione della definizione “professione sanitaria ausiliaria” con la definizione “professione sanitaria”;b)l’abolizione del DPR 225/74 meglio conosciuto come “Mansionario”. E’ comunque con la legge del 10 agosto 2000 n° 251 che tratta la “Disciplina delle professioni sanitarie infermieristiche, tecniche, della riabilitazione, della prevenzione, nonché della professione ostetrica”, che per gli Infermieri italiani si sono definitivamente aperte le porte per accedere alla dirigenza. Per quanto concerne invece il percorso formativo, con il Dlgs 502 del 1992 e successive modificazioni è stato sancito, dopo un breve periodo di transizione (“doppio binario”), il definitivo passaggio alla formazione universitaria. Il 502/92 ha previsto, di conseguenza, come requisito obbligatorio per l’ammissione, il possesso del diploma di scuola secondaria superiore di secondo grado. Il titolo, rilasciato al termine del Corso, avrebbe perciò avuto il carattere di un “diploma universitario” a firma del Rettore dell’Università e del Responsabile della Struttura sede di formazione. Tra il 1994 e il 1998 le Regioni, stipulando i protocolli d’intesa con le Università , sono diventate nella realtà l’unico canale di accesso alla professione infermieristica. Un ulteriore intervento legislativo, il Dm 509/99, ha successivamente ridefinito gli assetti del Sistema Universitario, nel quale ormai si colloca a pieno titolo la Formazione Infermieristica, istituendo la Laurea in Infermieristica di Primo Livello. Con decreto del 9 luglio 2004 il Miur ha successivamente fissato le modalità e i contenuti delle prove di ammissione alla Laurea Specialistica delle Professioni Sanitarie e, mediante i decreti del 27 luglio 2004 e del 1° ottobre 2004, definito in modo definitivo i posti per le relative immatricolazioni. Questo breve excursus, normativo e formativo, è servito ad evidenziare come oggi l’Infermiere, si proponga ad un impegno sempre più evoluto, alla luce di una formazione professionale sempre più avanzata. A lui spetta di intervenire, con sempre maggiori competenze, nei processi: assistenziali, gestionali, formativi e di ricerca, e trovare, di concerto con gli altri protagonisti del pianeta salute, e non da ultimo collaborando con i cittadini, nuove e sempre più efficaci risposte ai problemi prioritari di salute della popolazione e alla qualificazione dei servizi. Tali competenze sono assolutamente in linea con l’evoluzione di quel processo di professionalizzazione che è stato ripetutamente supportato da un’offerta formativa diversificata e coerente con la crescita del ruolo e delle funzioni infermieristiche. Per realizzare tutto ciò, estremamente interessanti si rivelano gli ambiti dell’infermieristica di comunità , con il territorio in veste di luogo privilegiato nel quale realizzare interventi di educazione sanitaria, promozione della salute, prevenzione della malattia. In questo ambito l’infermieristica, ricorrendo alle strategie del “Family e Comunity Nursing”, come ribadito in più occasioni di approfondimento e di dibattito, ha la necessità di dotarsi di efficaci strumenti di documentazione, con i quali esercitare la verifica ed il controllo di efficacia dei propri interventi. A tale proposito l’adozione della cartella integrata medico-infermieristica, già realtà in alcuni distretti, è stata identificata come lo strumento operativo con il quale perseguire anche nel contesto pontino questi obiettivi. L’occasione potrebbe essere offerta dalla prossima riorganizzazione degli ambiti di assistenza in atto nella nostra realtà , che prevede una strutturazione per aree e livelli di intensità di cura. Va comunque rilevato che la piena attuazione di quanto enunciato incontra ancora oggi non pochi ostacoli concettuali e criticità organizzative da addebitare da una parte alle resistenze culturali dei professionisti coinvolti, obbligati a rivedere il proprio ruolo e gli ambiti specifici di intervento, e dall’altra alle resistenze politico-sindacali restie a rimettere in discussione realtà e dinamiche precostituite e cristallizzate.
I.Giuliani°, V. Coppola*, N. Visani*, F. Stagnitti°*
° Corso di Laurea Infermieristica R “Sapienza2 Università di Roma, Polo Pontino – * Collegio IPASVI Latina e Provincia