Negli ultimi mesi, per la Medicina di Laboratorio, il modello strategico di riorganizzazione che si sta affermando a livello normativo, è quello semplicistico della richiesta di riduzione del numero di analisi e quindi dei relativi costi, attraverso modelli spinti di consolidamento ed integrazione di strutture fortemente automatizzate. Tutto discende dalla Legge Finanziaria per il 2007 (L 296/2007) e da successive Linee Guida ministeriali per la riorganizzazione della rete laboratoristica, adottate al momento già da otto Regioni. Tale approccio —fortemente “business oriented”- erroneamente considera il Laboratorio solo un “esamificio”, non tenendo conto che esso è parte essenziale per stabilire diagnosi corrette e quindi per assicurare dimissioni e trattamenti appropriati, evitando ben più costosi sprechi. La necessità di governare l’evoluzione e lo sviluppo tecnologico non può che essere invece supportata da scelte scientificamente “assistite”, effettuate cioè sempre e comunque su un approccio che provi la reale efficacia, imponendo che ogni processo decisionale sia basato sulle migliori evidenze scientifiche disponibili. Per le decisioni basate sulle prove di appropriatezza gli anglosassoni hanno sviluppato una disciplina che ha l’obiettivo di favorire i processi decisionali sanitari: l’ Health Technology Assessment (HTA), in italiano Valutazione delle Tecnologie Sanitarie. Naturalmente il termine “tecnologia sanitaria” non va ristretto a singoli dispositivi ed apparecchiature, procedure cliniche e trattamenti farmaceutici, ma abbraccia anche i più vasti sistemi gestionali e di supporto.  L’HTA individua un qualsiasi processo di analisi e le conseguenti relazioni delle caratteristiche di una determinata tecnologia. In pratica rappresenta un punto di connessione tra tecnologia, ricerca e scelte attuative, fondato su competenze sanitarie, economiche, gestionali, statistiche ed ingegneristiche. L’HTA ha acquisito grande importanza proprio perché è stato enfatizzato questo suo ruolo di attività “ponte” tra la ricerca e le scelte decisionali, quindi a monte delle valutazioni legate alla Qualità , che invece rappresentano approfondimenti a valle delle scelte. Fondamentalmente l’HTA si avvale di rassegne della letteratura, analisi formali delle decisioni sanitarie ed analisi economiche, basate su ricerche bibliografiche puntuali ed esaustive, assistite da metodi statistici avanzati per la loro valutazione: ciò allo scopo di produrre “revisioni sistematiche” e “linee guida” di indirizzo, non strettamente vincolanti come se fossero di tipo normativo, ma di pratica e fondamentale utilità . Le raccomandazioni contenute nelle linee guida: esplicitano i nodi decisionali importanti e le relative conseguenze;identificano le migliori evidenze e ne valutano criticamente la attendibilità ;analizzano benefici, rischi e costi. Una tale documentazione è certamente utile proprio in casi come quello dell’automazione, quando: una tecnologia ha costi elevati;è necessaria una oculata divisione nell’allocazione delle risorse;una tecnologia è complessa ed è caratterizzata da molte incertezze;una tecnologia è coinvolta in notevoli cambiamenti di utilizzo. Ma per quanto riguarda l’automazione, si è ancora agli albori di un tale approccio. Solo sporadici studi policentrici coordinati hanno evidenziato reali benefici dell’uso di automazione, quando la sua implementazione è stata effettivamente calibrata su specifiche realtà . Sono di riferimento i risultati del Focus Group Automazione FGA, promosso dalla Associazione Scientifica QAS (www.assoqas.com). In conclusione la scelta dell’adozione di nuove tecnologie, segnatamente per quanto attiene alla introduzione della automazione nel Laboratorio di Analisi, va sempre effettuata in un’ottica di programmazione, cercando di sostituire al concetto che l’uso di tecnologia è in grado di ottimizzare i processi ed i percorsi in modo indiscusso, quello che solo una analisi programmatoria attenta ed una valutazione accurata, sulla base di tutte le esperienze già maturate possono fornire risultati oggettivi.
Luigi Romano
Direttore UOC Laboratori di Analisi AORN “V. Monaldi”, Napoli