Con l’avvento della grande riforma sanitaria dettata dalla famigerata legge 833 del 23.12.78 veniva istituito il Sistema Sanitario Nazionale, che doveva assicurare il “collegamento ed il coordinamento con le attività e con gli interventi di tutti gli altri organi, centri, istituzioni e servizi, che svolgono nel settore sociale attività comunque incidenti sullo stato di salute degli individui e della collettività ” (art. 1). Questa legge apparve subito politicamente importante perché, oltre ai cambiamenti in merito alla trasformazione degli ospedali da enti autonomi a strutture del SSN, istituì le Unità Sanitarie Locali, con le quali, più di ogni altra cosa, si gettavano le basi per una valida partecipazione democratica. Ma con la controriforma dettata dalla legge 111/91 in contrapposizione alla L. 833, fu di nuovo buio. Con essa si sancì la separazione tra la gestione politica e la gestione amministrativa determinando la sconfitta dello Stato e dei cittadini da una parte e il fallimento dell’assistenza sanitaria dall’altra. Il SSN si è trovato a maneggiare risorse economiche, sul cui gettito in entrata non ha alcuna influenza, perchè soggetto ai condizionamenti delle leggi di programma finanziario che prendono sempre di mira, penalizzandoli, oltre che la previdenza anche lo sfortunato settore sanitario. Tutto ciò ha quasi definitivamente escluso gli enti locali dall’opportunità di interessarsi di salute, se non per gli aspetti sociali, essendo stato tutto affidato alle aziende sanitarie locali che prestano sempre maggiore attenzione alla razionalizzazione (?) della spesa. Senza nulla togliere alla nobiltà dell’obiettivo, il metodo utilizzato, francamente denuncia difficoltà notevoli, perché si interviene sistematicamente, volutamente o non, su punti che non consentono di raggiungere i risultati auspicati, perché non sono quelli giusti, ma solo i più vulnerabili. L’inversione di rotta può avvenire solo con politiche in grado di profondere capacità di coinvolgimento, partecipazione, collegialità e spirito costruttivo, senza prevaricazioni e/o sopraffazioni. Come dire che da quest’impasse si può uscire solo riadottando i principi dell’art 1 della L. 833, continuando cioè a chiedere la partecipazione di tutti anche per la promozione della salute, ruolo a cui le ASL hanno abdicato a favore della salvaguardia del bilancio economico, incitate, in alcuni casi, da scellerate politiche sanitarie prive di ogni seria programmazione.
Antonio Mosca
Medico di Medicina Generale, Specialista Cardiologo