L’artrite Reumatoide (AR) è una malattia autoimmune sistemica caratterizzata principalmente da una sinovite simmetrica poliarticolare erosiva, che determina nel tempo lo sviluppo di processi distruttivi osteocartilaginei, di conseguenti deformità e disabilità e si associa a riduzione della sopravvivenza per una aumentata mortalità cardiovascolare.
Per tali motivi negli ultimi anni si è sviluppata una nuova strategia terapeutica definita “tight control” con la quale il clinico tratta la malattia al fine di raggiungere e mantenere determinati obiettivi prestabiliti nel minor tempo possibile mediante un trattamento al target con misurazione dell’attività di malattia e aggiustamento della terapia per ottimizzare i risultati. Lo scopo quindi è quello di ottenere uno stato di remissione nei pazienti con malattia di recente insorgenza definita “early” o una bassa attività di malattia (LDA) nei pazienti con malattia di lunga durata, con comorbilità o con controindicazioni all’uso di alcuni farmaci.
Nel paziente con nuova diagnosi di AR, quindi, il primo approccio terapeutico raccomandato dalle attuali linee guida prevede un tentativo di raggiungimento della remissione (come primo obiettivo) o della LDA (come obiettivo alternativo) mediante trattamento con DMARDs convenzionali e in particolare il metotrexato (MTX) associando glucocorticoidi almeno nei primi mesi. Nei pazienti che non hanno raggiunto la remissione entro i primi sei mesi o che non abbiano riportato alcun miglioramento dell’attività di malattia nei primi 3 mesi, in presenza di fattori prognostici negativi, quali erosioni articolari, presenza del fattore reumatoide e/o anticorpi anti-peptidi citrullinati ciclici, elevata attività di malattia, è indicata l’associazione con un farmaco biologico. Di fondamentale importanza è lo stretto follow-up del paziente, potenziando il trattamento fino al raggiungimento di uno stabile stato di remissione o, in casi selezionati, bassa attività di malattia.
Questo approccio indicato come Treat-To-Target (T2T) è attualmente compreso in tutte le principali raccomandazioni per il trattamento dell’Artrite Reumatoide (AR).
Negli ultimi anni, però, si sta proponendo un nuovo modello di “tight control” che consiste nella domiciliarizzazione della terapia biologica sottocutanea. E’ stato proposto da parte di una Società di Servizi Sanitari un programma definito “DEDICARE” che offre al paziente in terapia con farmaco biologico sc :
- un percorso educazionale di autosomministrazione e di condivisione sull’importanza dell’aderenza alla terapia presso il proprio domicilio con personale infermieristico specializzato
- un Contact Center (non medico ma organizzativo e di reminder per le somministrazioni ) che aiuti a favorire l’aderenza alla terapia
- la possibilità di raccogliere a domicilio i PROs (patient report outcomes) ed i CROs (clinical report outcomes)
In effetti con questo programma:
- viene favorita l’aderenza alla terapia
- si riducono le richieste di contatto da parte del paziente in merito alla autosomministrazione
- si ottimizza il tempo dedicato alle visite e la gestione dei controlli periodici grazie al web tool che permette al clinico di visualizzare gli ultimi CROs e l’autovalutazione aggiornata del paziente
- Garantisce il tight control, in linea con le raccomandazioni EULAR
- Migliora la gestione del rapporto medico – paziente , favorendo “ l’ingaggio “ del paziente da parte del clinico
Questo nuovo programma di domiciliarizzazione della terapia biologica ha permesso di raggiungere interessanti risultati perché:
– Ha migliorato la qualità della vita dei pazienti in quanto:
- facilita il rapporto con la terapia
- facilita l’organizzazione delle somministrazioni sc
- limita fortemente i disagi dovuti ad una malattia cronica e invalidante
– Ha aumentato la compliance dei pazienti portandola 100%
– Ha ottimizzato il tempo visita apportando benefici economici
Dr Romualdo Russo
Responsabile UOS di Reumatologia
AORN CARDARELLI NAPOLI