I bifosfonati sono un gruppo di farmaci utilizzati come trattamento di elezione per le lesioni osteolitiche metastatiche associate al tumore della mammella o della prostata od al mieloma multiplo in combinazione con altri agenti chemioterapici.
Vengono inoltre impiegati per ridurre il rischio di osteoporosi post-menopausa.
Il trattamento tende a determinare l’inibizione del riassorbimento del tessuto osseo da parte degli osteoclasti. Dal 2003 sono segnalate le possibili relazioni fra terapia con bifosfonati e quadri di osteonecrosi avascolare a carico delle ossa mascellari secondarie ad avulsioni dentarie e a traumi accidentali; tuttavia un certo numero di pazienti non riporta alcuna causa scatenante.
L’effetto anti-angiogenico sarebbe responsabile nel determinare i cambiamenti ischemici responsabili del fenomeno necrotico osseo. Questo può svilupparsi spontaneamente o in seguito a piccoli interventi di chirurgia oro-maxillo-facciale, quali gli impianti dentali oppure estrazioni dentali. Il quadro clinico si presenta come un focolaio osteomielitico, singolo o multiplo, che nelle fasi iniziali si rende evidente come una banale patologia alveolare di tipo flogistico, refrattaria alle comuni manovre terapeutiche sia locali che sistemiche; tale focolaio tende ad estendersi alle zone limitrofe fino a determinare vaste aree di necrosi; l’osso esposto si presenta di colore giallo-biancastro, circondato da aree mucose fortemente edematose ed arrossate. Il paziente riferisce dolore di intensità variabile, mobilità dentale, tumefazione dei tessuti limitrofi, ascessi ricorrenti.
Se questo effetto collaterale è oggi riconosciuto per i farmaci sopra indicati usati in alcuni tipi di tumore e con modalità di somministrazione per iniezione, l’allarme nasce — soprattutto da parte di alcuni medici odontoiatri — a seguito di alcune segnalazioni di osteonecrosi dei mascellari in donne che usano questi farmaci per prevenire l’osteoporosi. Dai dati in nostro possesso si può affermare che per i pazienti neoplastici i benefici dovuti all’uso dei bifosfonati superano i rischi dovuti all’osteonecrosi; in ogni caso i pazienti vanno informati dal medico che prescrive il farmaco dei rischi a cui vanno incontro. Da parte loro i pazienti sottoposti a terapie oncologiche devono avvisare il proprio dentista del fatto che assumono bifosfonati, in modo che le loro cure dentali siano rese il più possibile sicure.
Per quanto riguarda le donne che assumono bifosfonati per l’osteoporosi, i dati disponibili a oggi non sono sufficienti per consigliare la sospensione del trattamento. Anch’esse vanno informate dal medico di questo rischio, seppur minimo, e da parte loro le donne devono portare a conoscenza del dentista l’utilizzazione di questi farmaci e devono curare con maggiore attenzione la propria igiene orale.
Prof. Franco Peluso
Direttore U.O.C. di Chirurgia Maxillo-Facciale e di Odontostomatologia A.O.”Sant’Anna e San Sebastiano” Caserta