Per abitudine viziata si intende l’insieme di alcuniatteggiamenti che, operando in modo cronicosull’equilibrio anatomico — funzionale, sonooggettivamente rischio e causa di eventuali patologieassociate allo squilibrio stesso. Molti bambini tendonofacilmente ad affezionarsi a determinati atteggiamentiche poi nel corso degli anni, se prolungati in eccesso,divengono oggettivamente difficili da superarefavorendo lo sviluppo di malocclusioni.L’evidenza clinica non tarda: spazio tra gli incisivisuperiori e inferiori a bocca chiusa con spaziaturetra i denti anteriori della stessa arcata, ristrettezzadel mascellare superiore nonché evidenti segni supollice o altre dita, sono fattori che immediatamentesono allarme della più diffusa di queste abitudini: ilsucchiamento del pollice. I segni clinici sono dovutichiaramente alla forza ortopedica creata stesso daldito interposto, nonchè dalla pressione negativasul mascellare creata dal succhiamento e quindidallo squilibrio generale sulla crescita del mascellaresuperiore, dovuta anche alla pressione di guancee lingua ormai del tutto anomale. Spesso la causameccanica può essere il prolungamento dell’uso delbiberon o, ancor più spesso, del succhiotto. I danniarrecati in epoca di dentizione mista (6-10 anni)sono spesso reversibili, ma ancor più spesso senzaun adeguato trattamento, il soggetto non è ormaiin grado di superare l’atteggiamento psicologicodi dipendenza, specie quando esso si associa allacapacità di prendere sonno. Le terapie da mettere inatto sono diverse: l’approccio più semplice consistein una discussione diretta tra bambino e dentista,durante la quale è necessario spiegare al bambinoi motivi e le preoccupazioni che devono indurlo asmettere. Altre volte si può ricorrere ad un metodoche ricordi al bambino di evitare di succhiare comeuna fasciatura o un semplice cerotto da applicaresul dito. Quando si rende necessario, si potrà inserireun apparecchio in grado di agire meccanicamentecreando impedenza al dito o al ciuccio, nonché guidaper un corretto sviluppo del mascellare superiore.Una delle apparecchiature più usate consiste di unarco palatino al quale è saldata una griglia metallicache rende difficile l’inserimento del pollice inbocca. In pazienti con open bite, cioè quel morsoaperto tipicamente slatentizzato dall’abitudinedi cui sopra, è ancor più facile che si instauri unregime di deglutizione atipica, dovuto al tentativodi ottemperare durante la fase di deglutizione, allamancanza di uno stop anteriore creato dalla correttachiusura degli incisivi. E’ pur vero che la stessadeglutizione atipica può essere presente anche insoggetti con normale chiusura anteriore, ed è quindicontroverso il ruolo della lingua nelle abitudini viziate.Poiché, infine, le necessità respiratorie influenzanola crescita cranio facciale, un modello alterato dellastessa è certamente causa di deformazioni spessoimportanti in quei soggetti definiti “respiratori orali”.La “facies adenoidea” è stata descritta, infatti, più diun secolo fa ed ha le caratteristiche di dimensionetrasversale stretta, denti protrusi, labbra socchiuse ariposo e naso piccolo, spesso ostruito cronicamenteda tonsille e adenoidi particolarmente sviluppate.In questi casi, quindi, la terapia può richiedere sial’atto chirurgico di rimozione dei fattori impedentimeccanici (tonsille, adenoidi) nonché una terapiaortodontica mirata ad un riequilibrio dei valorischeletrici e dentari corretti (valori cefalometrici).Il compito di intercettazione da parte spesso delpediatra o del medico di base è quindi fondamentale,affinché il dentista possa tempestivamente interveniresul soggetto limitando o annullando i danni di unaeventuale abitudine in tal senso.
Gioacchino Pellegrino*, Gianluca Del Vecchio**
* Odontoiatra — Specialista in Ortognatodonzia. – Libero professionista in Caserta — Presidente Sezione Provinciale A.N.D.I. Caserta. ** Odontoiatra — Specialista in Ortognatodonzia. – Libero professionista