Chiunque abbia conoscenze di anatomia umana, può spiegare come un organo funzioni o come esso interagisca con gli altri. Difficilmente però ci si ricorda che ciascuna parte del corpo ha un’esperienza propria, viva, e attuale, trascurarlo significa rinunciare a qualcosa che solo il genere umano ha la capacità di vivere. Diciamo che è come cenare nel miglior ristorante della città avendo un raffreddore tale che ci impedisce di assaporare e odorare i cibi. E’ importante rendersi conto che ogni materia che compone il nostro corpo è accessibile in modo esperienziale, e focalizzando un movimento, prendendone coscienza, si riesce a cambiarne la qualità , l’esempio più banale può essere il gesto atletico, dove la differenza in qualità è espressa dal sentimento e dall’intenzione che guida la meccanica. Capire, significa rivoluzionare completamente il modo di vedere noi stessi, migliorando la qualità della nostra vita, da come respiriamo, alla voce, al pensiero. E’ attraverso l’esperienza quindi che possiamo modificare la nostra anatomia, integrando alla parte cognitiva un consapevolezza propria. Tramite l’anatomia esperienziale si può esplorare il sistema osseo, nervoso, o quelli che rimangono “ombra”, il linfatico e il fasciale, nulla è escluso. Il primo approccio avviene facendo disegnare al paziente, in 15 minuti, il suo scheletro, o la sua parte lesa, in base a quelle che sono le suo conoscenze, toccandosi, e immaginando. Si passa poi all’insegnamento di esercizi base che consentono di riappropriarsi del corpo e delle sue dinamiche, o addirittura del suoi rumori. Avete mai provato a sentire il movimento dei lobi del polmone destro, e capire spostando poi la mano su quello sinistro che differenza c’è? Possiamo addirittura osservare il dialogo tra il sistema nervoso autonomo e quello somatico. Tutti gli esercizi porteranno a migliorare l’aspetto psichico nei confronti del proprio corpo, significherà conoscerlo e rispettarlo in modo diverso, e soprattutto il paziente saprà ascoltarlo, prevenendo malattie o addirittura modificando il corso di quelle già in atto. Avrà la consapevolezza di movimenti mai pensati prima, migliorando elasticità , tono muscolare, conoscerà la forza del dito mignolo di un pianista, percepirà il muoversi dell’omero nella cavità glenoidea. Nella mia esperienza fisioterapica, ho potuto insegnare esercizi adeguati per il ripristino di una funzionalità temporaneamente persa, esercizi di anatomia esperienziale, e ottenere risultati in tempi più rapidi ma soprattutto più duraturi, cambiando anche l’approccio del cliente verso quello che era vista solo come una sfortuna, ma che in realtà è diventata l’opportunità per dialogare meglio con il suo corpo. E’ ormai indiscutibile che un approccio olistico di una patologia o di un disturbo è la chiave vincente per riuscire a risolvere il problema.
Stefano Boscardini
Fisioterapista