Tabacco e tumori: è guerra su tutti i fronti. Polmone, cavità orale, faringe, laringe, esofago, pancreas, vescica, pelvi renale: sono questi gli organi più colpiti dai tumori correlati all’uso del tabacco. Di recente è stato evidenziato che i fumatori hanno anche un rischio maggiore di sviluppare una leucemia mieloide acuta. Nelle donne fumatrici, inoltre, è maggiore il rischio del carcinoma della cervice uterina. Ma i danni per i fumatori non si limitano alla possibilità di insorgenza di cancro. Abbracciano anche altre patologie come infarto, ictus, bronchiti, enfisema, impotenza, infertilità . Le donne che fumano, oltre ad avere problemi di stimolazione sessuale, hanno anche un rischio più elevato di complicazioni con l’uso della pillola anticoncezionale e, in caso di gravidanza, maggiore è l’incidenza di bambini sotto-peso e di mortalità infantile. Al maggior rischio di malattie si aggiunge il fatto che chi fuma ha un tasso di mortalità tre volte più alto rispetto a quello dei non fumatori. Uno studio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ha previsto che le morti dovute al fumo (causate non solo da cancro) si triplicheranno nei prossimi 20 anni. Se attualmente nel mondo si verificano oltre 3 milioni e mezzo di decessi all’anno dovuti al fumo, nel 2030 saliranno a circa 10 milioni. Secondo le statistiche il fumo è responsabile del 35% di tutti i tumori, soprattutto di quello del polmone. Quest’ultimo, negli Stati Uniti, è causa del 31% dei decessi dovuti a patologie neoplastiche negli uomini e del 26% nelle donne. Inoltre, nell’85% dei casi, l’origine della malattia è attribuibile al fumo. Se, in Italia, tutti smettessero di fumare, quelli colpiti dal tumore polmonare sarebbero meno di 5000 ogni anno contro i circa 37.000 attuali. La popolazione maschile attualmente è la più colpita perché i maschi, anche italiani, hanno cominciato a fumare prima e più delle donne. Ecco il motivo per cui in Italia ogni anno sono colpiti circa 30.000 maschi e “solo” 7000 donne. I maschi italiani, attualmente, fumano ancora più delle donne. Pianta del tabacco. Da F. E. Kà¶hler, M. Vogtherr, Medizinal-Pflanzen Gera- Stuttgart 1886-1889 CANCRO: conoscerlo per imparare a sconfiggerlo 70 Complessivamente, il 27% degli italiani dai 15 anni in su dichiara di essere fumatore: maschi, 32.2%; femmine, 22.4%. Purtroppo, però, la situazione sta radicalmente cambiando. Mentre sono sempre di più i maschi, specialmente giovani, che decidono di smettere di fumare (o di non cominciare), le donne che fino a qualche decennio fa apparivano estranee a questa abitudine oggi si avvicinano ad essa in numero sempre maggiore. Se si continuerà così, tra pochissimi anni la mortalità per tumore polmonare nelle donne italiane sarà maggiore di quella per carcinoma della mammella, così come è già avvenuto nella popolazione femminile americana. Il fumo di sigaretta contiene più di 4000 sostanze chimiche, di cui circa 60 sono ritenute cancerogene ed in grado di causare danni al DNA. La principale sostanza letale è il catrame, che è altamente cancerogeno e colpisce non solo chi f uma , ma anche chi passivamente è costretto a farlo. àˆ molto difficile valutare la quantità e la durata dell’esposizione involontaria al fumo per poter poi calcolare il rischio di cancro, in particolare al polmone. Tuttavia, l’utilizzo di modelli matematici molto sofisticati ha appurato che tale rischio è nell’ordine dell’uno per mille. Nonostante si tratti di un valore nettamente inferiore a quello cui è esposto il fumatore, è pur sempre elevato. Risulta, infatti, addirittura superiore ai rischi ambientali (per esempio, l’inquinamento) ritenuti accettabili nei paesi sviluppati. Bisogna anche considerare il danno del fumo passivo sui bambini, nei quali possono insorgere malattie respiratorie e dell’orecchio medio. Il fumo rappresenta la causa evitabile più importante di morte sia nei paesi sviluppati che in quelli in via di sviluppo. L’imperativo categorico nei riguardi della lotta ai tumori è, quindi, il controllo totale dell’abitudine al fumo. L’importanza di adeguati interventi per il controllo dell’uso del tabacco è dimostrata dal fatto che nei paesi sviluppati, in cui da anni sono stati adottati programmi integrati contro il fumo, la mortalità ad esso correlata è in declino Pietro Saporetti, La donna emancipata, 1881 Dissolversi in fumo 71 nei maschi, nei quali da tempo si è osservata una diminuzione del consumo di tabacco. Nei paesi in via di sviluppo, invece, il consumo di tabacco è in aumento pressoché esponenziale. Ciò comporterà un notevole incremento della mortalità nel corso dei prossimi 25 anni, in confronto al molto minore aumento prevedibile nei paesi sviluppati. Smettere di fumare diminuisce i rischi per la salute associati all’uso del tabacco ed in particolare le possibilità di essere colpiti dal cancro. I fumatori che smettono prima dei 30 anni possono annullare quasi del tutto i rischi di morte prematura. Sono stati accertati benefici persino per coloro che smettono attorno ai 60 anni. Dopo 6 mesi – 2 anni, il rischio di malattie cardiovascolari diminuisce drasticamente. Dopo 5 anni, diminuisce del 50% il rischio del cancro al cavo orale, all’esofago e alla vescica, mentre la probabilità di ictus si abbassa al livello dei non fumatori. Dopo 10 anni, la possibilità di sviluppare un tumore al polmone si riduce del 40%-50%. Dopo 15 anni, il rischio di malattie cardiovascolari è uguale a quello di coloro che non fumano, così come la probabilità di morte. Ma qual è il miglior sistema per smettere di fumare? Non avere mai iniziato. àˆ questa la frase ricorrente tra i fumatori che non riescono in alcun modo a porre fine all’abitudine al fumo. La volontà non basta, dicono, e l’astinenza è difficile da superare. Anche dal punto di vista fisico. La nicotina causa dipendenza. Il rito, la gestualità , l’abitudine pure. Come fare allora se si è arrivati alla consapevolezza che il fumo fa male? Alcuni cercano di farcela da soli. I tentativi possono essere innumerevoli e molti portano a buon fine. Ma la ricaduta è sempre in agguato. Giova, tuttavia, sapere che oggi sono sempre più in uso metodi e tecniche per smettere di fumare. Ogni trattamento antifumo si basa principalmente sul coinvolgimento e sulle motivazioni personali di chi vuole smettere definitivamente. Utile può essere il ricorso a prodotti sostitutivi della nicotina, la sostanza responsabile della dipendenza, la cui mancanza procura crisi di astinenza. La terapia nicotinica sostitutiva (NRT, nicotine replacement therapy), che si può effettuare mediante gomme da masticare, spray nasali e cerotti, aiuta il fumatore a controllare sintomi come irritabilità , avvilimento, mancanza di concentrazione e aumento dell’appetito, offrendo così un valido sostegno per resistere alla voglia di fumare. Alcuni studi hanno dimostrato che se si riesce a mantenere una completa astinenza per le prime 48 ore, il successo a lungo termine può essere assicurato. Un aiuto a smettere di fumare può essere fornito anche dal bupropione (Zyban), un antidepressivo efficace contro la dipendenza. Questo agente è capace di stimolare, come la nicotina, il neurotrasmettitore responsabile di un senso di appagamento simile a quello Mortalità per cancro del polmone in rapporto all’età in cui si smette di fumare CANCRO: conoscerlo per imparare a sconfiggerlo 72 che induce la sigaretta. In tal modo, il bupropione riduce i sintomi di astinenza dal fumo, attenuando voglia di fumare, irritabilità e difficoltà alla concentrazione. Il farmaco è efficace sia negli uomini che nelle donne e, talora, può avere come effetti collaterali senso di secchezza in bocca e insonnia. Oltre al bupropione, altri antidepressivi (per es., nortriptilina) si sono dimostrati efficaci nell’aiutare a smettere di fumare ed altri vari approcci sono in corso di studio per essere usati nei soggetti refrattari ai trattamenti attuali: interferenza con i recettori per i cannabinoidi con una sostanza denomi- Edgard Maxence, Femme à l’orchidée, 1900 nata rimonabant; interazione con i recettori nicotinici con vareniclina; vaccini antinicotinici. Come per le altre terapie, tuttavia, la cura farmacologica può non bastare: è necessario liberarsi anche delle motivazioni alla base dell’abitudine. In assenza di ciò, ogni terapia, anche se originale ed innovativa (agopuntura, laser, ecc. ), è destinata al fallimento. Farsi aiutare da metodiche varie può essere utile ed è giusto ricorrere a cerotti, compresse e perfino allo psicologo, ma è solo il convincimento che il fumo è un vizio veramente “stupido”, poiché fa male a noi ed a chi ci sta vicino, che induce a non cominciare o a smettere di fumare. Il risultato benefico è immediato ed apprezzabile da tutti. Provare per Credere.
Massimo Lopez
Tratto dal libro “Cancro: conoscerlo per imparare a sconfiggerlo” scritto dal Prof. Massimo Lopez Direttore Divisione di Oncologia Medica B istituto Nazionale Tumori “Regina Elena” Roma