La nausea e il vomito indotti dalla chemioterapia sono tra gli effetti collaterali più frequenti e peggio tollerati dei trattamenti anti-cancro. L’evidenza della importanza prognostica della dose intensity e della dose dense ha indotto i ricercatori ad elaborare schemi chemioterapici sempre più aggressivi e con dosaggi dei farmaci sempre più elevati. Il vomito rappresenta una tossicità invalidante ed associata, nell’immaginario collettivo, assieme all’alopecia, ai disturbi meno tollerati dei trattamenti chemioterapici. Nella malattia metastatica il ruolo della chemioterapia è quello di contribuire alla palliazione dei sintomi contribuendo in questa maniera al miglioramento della qualità della vita dei pazienti. Per tale ragione i trattamenti chemioterapici non devono essere gravati da tossicità severa per non contribuire essi stessi ad aggravare e peggiorare la qualità di vita dei pazienti. L’avvento degli antagonisti selettivi del sottotipo 3 dei recettori della serotonina (5-HT3) ha rappresentato un notevole passo in avanti nella terapia antiemetica ma è ancora lontano dall’avere completamento risolto il problema vomito. I farmaci di prima generazione utilizzati sino ad ora (Granisetron, Ondansetron, Dolasteron) determinano percentuali di controllo della sintomatologia vicini al 60-70% delle terapie altamente emetizzanti e ciò rende necessario l’utilizzo di nuovi farmaci o di nuove combinazioni capaci di controllare meglio l’emesi.
Nel 2003 due nuovi farmaci sono stati aggiunti all’armamentario della terapia antiemetica. Negli Stati Uniti la FDA (Food and Drug Administration) approvò il Palonosetron, un antagonista della serotonina a lunga durata d’azione, e l’Aprepitant, un antagonista della neurokinina -1 e il primo di una nuova classe di antiemetici, per il trattamento della nausea e del vomiti legati alla chemioterapia. Sebbene le indicazioni dei due farmaci siano le stesse, essi hanno distinte peculiarità .
Il Palonosetron è un antagonista dei recettori 5-HT(3) con peculiari caratteristiche farmacologiche (alta affinità di legame per il recettore, prolungata vita media) che ne migliorano il profilo terapeutico. In studi di fase III il Palonosteron si è dimostrato superiore all’Ondansetron e al Dolasetron sia nel controllo dell’emesi acuta che di quella ritardata. Il Palonosetron oltre ad essere indicato nella prevenzione della nausea e del vomito associata all’uso di farmaci mediamente o altamente emetizzanti è anche indicato nella prevenzione dell’emesi ritardata. Anche il profilo di tossicità del palonosetron sembra essere migliore di quella degli antagonisti 5-HT3 di prima generazione.
L’aprepitant è un inibitore del recettore della neurokinina1 (NK1) che si è dimostrato capace, in aggiunta agli antagonisti 5HT3 e agli steroidi, di migliorare del 21% l’emesi ritardata. Pertanto la tripletta può diventare lo standard di cura per la prevenzione dell’emesi associata a farmaci altamente emetizzanti.
Le decisioni riguardanti il posizionamento di questi due agenti deve essere valutato nell’ambito di linee guida nazionali, dell’analisi dei dati di letteratura e della esperienza clinica dei singoli ricercatori.
Emanuele Naglieri
Dipartimento di Oncologia medica – IRCCS ONCOLOGICO Bari