Tra le malattie in crescita, il diabete è una delle patologie croniche a più larga diffusione in tutto il mondo e, con le sue complicanze, rappresenta un problema sanitario per le persone di tutte le età e di tutte le aree geografiche, con un più grave coinvolgimento, peraltro, delle classi economicamente e socialmente svantaggiate. Il diabete è un esempio paradigmatico di malattia cronica, correlata a stili di vita, più diffusa .
L’attuale sistema assistenziale in Italia è di tipo settoriale-specialistico, per cui ciascun soggetto erogatore (MMG, specialisti, ospedali, ecc.) è qualificato per fornire assistenza con diversi gradi di complessità clinico-assistenziale.
Oggi la necessità di migliorare l’efficacia clinica coniugata con l’ottimizzazione delle risorse e dei costi, in una logica di miglioramento continuo e d’integrazione tra i diversi “saperi” professionali, ha fatto nascere il modello assistenziale denominato “Disease Management”.
La prima condizione da attivare è quella di una gestione integrata dei pazienti diabetici tra i Mmg e i Servizi di diabetologia . Tale gestione integrata prevede, come strumenti indispensabili: la formulazione di linee guida condivise e codificate per i vari stadi di patologia; l’identificazione di indicatori di processo e di esito; un sistema di raccolta comune dei dati clinici da cui ricavare gli indicatori di processo, indispensabili alla attuazione della qualità , e gli indicatori di risultato intermedio e finale. La cartella clinica è lo strumento utilizzato per la raccolta dei dati della storia clinica di un assistito, dati che vengono raccolti durante gli incontri con gli operatori sanitari, per la prevenzione o in occasione di episodi di malattia.
La cartella clinica “cartacea” è divenuta sempre più voluminosa, con documenti provenienti da moltissime fonti, e quindi risulta sempre più difficile trovare tempestivamente l’informazione necessaria.La gestione e il controllo della salute sono basati sull’uso, la trasmissione e il confronto di una grande quantità di dati, informazioni e conoscenze eterogenei. Il bisogno di scambiare dati è aumentato vertiginosamente, sia all’interno di una struttura sanitaria (tra i diversi soggetti e tra unità operative specializzate), sia tra strutture anche geograficamente distanti.
Uno dei fondamenti su cui poggia un sistema di gestione integrata è la realizzazione di un sistema informativo idoneo per i processi di identificazione della popolazione target, per la valutazione di processo e di esito, per permettere agli operatori sanitari di condividere, efficacemente e tempestivamente, le informazioni necessarie alla gestione dei pazienti.
Il modello organizzativo deve essere sistematicamente valutato attraverso indicatori clinici: di processo, di esito intermedio e di esito finale. Questi indicatori sono dei cosiddetti ‘indicatori di performance’ utili al monitoraggio e alla valutazione dell’attività sanitaria e costituiscono uno strumento potente attraverso il quale, ad esempio, i decisori possono cogliere le condizioni iniziali del sistema, identificare i problemi e quantificare gli obiettivi ragionevolmente perseguibili in un definito ambito temporale, verificare la corrispondenza tra i risultati ottenuti e quelli attesi, individuare i settori che necessitano di azioni correttive e misurare l’impatto delle attivitè realizzate.
E’ importante che il sistema informativo venga concepito non come uno strumento di consultazione, ma come un’infrastruttura per l’interoperabilità tra le applicazioni. Per questo, il sistema per la gestione del sistema informativo rappresenta una grande opportunità per sentirsi parte di un progetto più ampio, che richiama tutti coloro che ne sono coinvolti, primi fra tutti i medici di medicina generale. La costante evoluzione tecnologica, inoltre, rende disponibili strumenti diagnostici sempre più accurati, per cui l’implementazione corretta del sistema informativo può essere uno strumento funzionale ed efficace per migliorare la qualità e l’assistenza della cura sanitaria.
I possibili vantaggi che è lecito attendersi dalla realizzazione di un sistema informativo per la gestione integrata sono : Gestione e coordinamento dell’azione di cura , Supporto alle decisioni cliniche,Partecipazione attiva del Paziente.
Da un punto di vista generale la definizione del percorso di attuazione per la realizzazione del sistema Informativo dovra’ prevedere un intervento strategico complessivo per evitare che si crei una frammentazione tra i relativi sistemi informativi, che ne ridurrebbe drasticamente l’efficacia.Nella pratica, in assenza di un piano di intervento complessivo sulle principali patologie croniche e quindi di una visione unitaria sui sistemi informativi, occorre garantire la sinergia tra diversi piani: quello puramente tecnologico, quello sanitario e quello organizzativo/gestionale. Gli interventi relativi alla gestione integrata del diabete potranno adottare specifiche soluzioni considerando, per quanto possibile fin dall’inizio, un percorso di migrazione ed allineamento con soluzioni integrate, quando queste saranno disponibili.
Una riflessione particolare merita la gestione delle informazioni cliniche individuali: infatti
E’ fondamentale che venga garantita la protezione e la sicurezza di tutte le informazioni raccolte attraverso adeguate procedure.
Ogni soggetto che, per finalità diverse, entra in contatto con i dati relativi al paziente diabetico deve garantirne la protezione, declinata come segue:
– riservatezza: le informazioni del paziente devono restare nella esclusiva conoscenza dello
stesso che resta l’unico che può autorizzare
altri soggetti al loro utilizzo;
– integrità : le informazioni non devono subire
in alcun caso alterazioni, ogni modifica apportata ai dati non solo deve essere segnalata,
ma deve essere conservata la versione precedente
dell’informazione (storico);
– disponibilità : le informazioni relative al paziente devono essere immediatamente disponibili
al paziente stesso e all’operatore sanitario
autorizzato.
In Italia, grazie all’attivazione di progetti come IGEA, ci si sta muovendo verso un’adozione più strutturale nell’approccio alla gestione integrata del diabete mellito, che richiede sia una attenta, scrupolosa e competente “continuità di cura”, sia continui atti formativi ed educativi ai pazienti e agli operatori sanitari, con l’obiettivo di prevenire l’insorgere delle complicanze. Obiettivo finale del progetto Igea è la condivisione di un percorso ottimale che tenga conto delle diverse realtà organizzative, tendendo a un modello comune di applicazione del protocollo e alla diffusione di quanto realizzato, per individuare i punti critici, mettere a frutto le migliori prassi e le esperienze acquisite e dare impulso agli interventi organizzativi più funzionali al modello della gestione integrata.
Andrea Tatavitto
diabetologo