La maggior parte delle persone, quando si parla di glaucoma, pensano che sia una patologia quasi esclusivamente. In effetti, il glaucoma non è considerabile una singola patologia, bensì un gruppo di patologie diversificate che hanno in comune un danno cronico e progressivo a carico del nervo ottico e dello strato delle fibre nervose retiniche.
Sono malattie importanti, in quanto i danni che portano sono irreversibili e decorrono in maniera silente, fino a che non abbiano già dato prova del loro essere, causando problemi di una certa entità . I meccanismi attraverso i quali si sviluppa il glaucoma sono ancora in parte sconosciuti, sebbene fra i fattori predisponenti siano sicuramente presenti:
– Pressione endoculare elevata (i valori di riferimento sono, statisticamente, tra 15-21 mmHg)
– Razza
– Familiarità per il glaucoma
– Miopia
– Spessore corneale centrale
– Fattori vascolari
Il fattore più facilmente controllabile è proprio la pressione endoculare, che costituisce anche il più importante dei fattori predisponenti all’insorgenza del glaucoma. Statistiche alla mano, sembra che addirittura il 50% dei pazienti che presentano un familiare affetto da glaucoma non siano al corrente di avere la patologia. Inoltre, chi ha un parente di primo grado con glaucoma, corre un rischio da 4 a 10 volte maggiore di sviluppare la patologia.
Tuttavia, la pressione endoculare lievemente elevata non giustifica sempre la comparsa del glaucoma, ed esistono casi di ipertensione endoculare innocua. Lo stato della papilla ottica e lo studio del campo visivo possono evidenziare, se presenti, alterazioni al nervo ottico e fugare ogni dubbio.
Fra gli esami specifici, quelli routinari e più utili alla diagnosi di glaucoma sono:
Il GDx è un esame che permette la misurazione indiretta dello spessore delle fibre nervose di cui è costituito il nervo ottico, analizzando il ritardo di propagazione di un fascio di luce attraverso i microtubuli.
La pachimetria permette la misurazione dello spessore corneale, che approssimativamente è spessa mezzo millimetro (520-540µ). Sembra, infatti, che persone con una cornea più spessa, siano più protette dall’insorgenza del glaucoma.
Il campo visivo è un esame di semplice esecuzione, che richiede un po’ d’attenzione e di concentrazione da parte del paziente. Si utilizza un apparecchio (il campimetro) che proietta punti luminosi di varia intensità , in varie posizioni sul fondo dell’apparecchio. Il paziente dovrà premere un pulsante ogni qualvolta visualizzi il punto luminoso.
Anche la misurazione della pressione oculare è di rapida ed indolore esecuzione.
I farmaci utilizzati nel glaucoma mirano a ridurre la pressione interna dell’occhio con due differenti meccanismi: diminuendo la produzione dell’umor acqueo o facilitandone il deflusso, evitando così che il nervo ottico possa essere danneggiato. Il loro effetto, però, permane solo finché vengono assunti; ecco perché la terapia, una volta iniziata, si protrae in genere per tutta la vita.
Sono molti i farmaci disponibili per il glaucoma, come gli inibitori dell’anidrasi carbonica: acetazolamide, diclofenamide, dorzolamide, brinzolamide. Parlando di terapie chirurgiche e parachirurgiche, ci si riferisce a quelle laser (non invasive e conducibili ambulatorialmente) e quelle propriamente chirurgiche. Ciascun tipo di terapia ha una sua valenza a seconda del tipo di glaucoma.
Da quanto finora esposto, è possible evincere che il glaucoma è una patologia ben diagnosticabile e per la quale si può fortunatamente fare molto. E’ consigliabile, quando la patologia abbia familiarità , recarsi dall’oculista per un controllo che potrà fugare ogni dubbio (a prescindere dall’età ). Come sempre, una diagnosi precoce consente di partire avvantaggiati nei confronti di una patologia ben controllabile ma subdola, che dà segni della sua presenza quando ormai il danno è già instaurato.
Mattia Davide della Rocca
Laureando in Medicina e Chirurgia. Seconda Università degli Studi di Napoli