Un problema fondamentale nella ricerca sul cancro è l’identificazione del tipo di cellula che è in grado di
sostenere la crescita neoplastica. Ci sono prove che la maggior parte delle cellule tumorali sono
cloni, e che le cellule tumorali rappresentano la progenie di una singola cellula (recensione [1] La
Porta 2009). Tuttavia non è chiaro quali cellule possiedono la funzione cellular che inizia il tumore e di
mantenere la crescita del tumore stesso. La teoria delle cellule staminali tumorali è che cellule specifiche (le cellule staminali del cancro, CSC) possiedono le proprietà rigenerative necessarie che portano alla formazione di tumori [1]. Un altro punto importante, fino ad ora poco chiaro, è l’origine delle
CSC putative [1]. Un modo importante per dimostrare che una sottopopolazione specifica può
sostenere la crescita tumorale è quello di utilizzare modelli di xenotrapianto di cellule umane, o modelli singenici per le cellule murine. Tuttavia, una critica importante riguardo, in particolare, il modello xenotrapianto è che si tratta di un modello artificiale, in quanto, ad esempio, fattori ambientali eterologhi non vengono considerati [1]. D’altra parte, un altro punto cruciale è quello di identificare i biomarcatori che sono in grado di definire la sottopopolazione di cellule staminali che iniziano il cancro.
Nel numero del 22 Dicembre di PLoS ONE, gli scienziati dell’Università di Milano e del
BBRI Adult Stem Cell Technology Center hanno segnalato la loro scoperta di un marcatore cellulare nuovo
che identifica le cellule staminali del cancro nei melanomi umani, un tipo di cancro cutaneo molto aggressivo [2]. Questo nuovo “biomarcatore” identifica le cellule legate alle cellule staminali adulte. La
relazione conferma un lungo sospettato rapporto di tipo Jekyll-Hyde tra cellule staminali adulte e
cellule staminali tumorali. Questa scoperta è destinata ad accellerare lo sviluppo di nuovi
trattamenti che colpiscono le cellule staminali tumorali umane nei melanoma, ed in altri tumori.
Non tutte le cellule tumorali sono creati uguali. In molti tumori, una piccola frazione di cellule del cancro, conosciute come cellule staminali del cancro, si moltiplicano all’infinito, e possono anche formare un nuovo tumore quando si separano in una nuova sede. Altre cellule tumorali invece hanno una crescita limitata
e alla fine muoiono. Tuttavia, non muoiono abbastanza velocemente per fermare gli effetti distruttivi
del minor numero di cellule tumorali staminali che sono in continua moltiplicazione di cellule tumorali.
A causa della loro capacità di ingrandire un tumore, o di iniziarne uno nuovo, le cellule staminali tumorali sono le cellule più pericolose di un tumore. Negli ultimi dieci anni, il riconoscimento della
la presenza di cellule tumorali staminali nei tumori ha portato a un nuovo concetto terapeutico, ossia all’idea
di sviluppare farmaci che colpiscono le cellule staminali del cancro. Al momento, molti laboratori sono attivamente alla ricerca di tali frecce terapeutiche che possano colpire le cellule tumorali staminali che sono il tallone di Achille del cancro. Il sospetto che le cellule staminali tumorali siano cellule staminali adulte mutate è ampiamente discusso, ma non dimostrato. Il nuovo rapporto di cui sopra manca di un supporto sperimentale. Altri laboratori hanno precedentemente descritto il nuovo biomarcatore CXCR6 come un fattore cellulare enigmatico. I gruppi di ricerca di Milano e Boston lo hanno identificato indipendentemente come biomarker per la funzione delle cellule staminali adulte. La loro scoperta che anche le cellule staminali tumorali del melanoma umano esprimono il biomarcatore CXCR6 stabilisce la sua relazione con le cellule staminali adulte che era da lungo sospettata.
Inaspettatamente si e’ riscontrato che le cellule staminali del melanoma umano con CXCR6 sulla loro superficie producono melanomi più aggressivi rispetto alle cellule staminali tumorali identificate
con altri biomarcatori. Questa caratteristica aumenta la possibilità che il numero di
CXCR6 cellule in un tumore può indicare ai medici quando sia necessario adottare un trattamento più aggressivo.
Referenze
1.La Porta CAM (2009) Cancer Stem cells: a lesson from melanoma. Stem Cell
Reviews and Rep 5, 61—65
2. R. Taghizadeh, M. Noh, Y.H. Huh, E. Ciusani, L. Sigalotti, M. Maio, B. Arosio, M.R.
Nicotra, PG. Natali, J. L. Sherley, CAM La Porta CXCR6, a newly defined biomarker of
tissue-specific stem cell asymmetric self-renewal, identifies more aggressive human
melanoma cancer stem cells, PLoS ONE 5(12): e15183. doi:10.1371/journal.pone.
0015183, 2010
caterina.laporta@unimi.it
Dott.ssa Caterina La Porta
Dipartimento di Scienze Biomolecolari e Biotecnologie, Università di Milano, Italia